GOSTO E LE STRANE AMICIZIE
Dai e ridai Mero, Cotenne e i’ Ciettone convinsero Gosto
d’andà a i’ mare. A Gosto l’idea ‘un gli andea pe’ nulla, perché, come l’avea
sempre asserito l’era un omo di terraferma e gli garba’a solo i campi e la
campagna. “Tu se’ un beco”, gl’avea
detto Mero, “te ‘un tu sai quante amicizie e’ si possano fare ni’ periodo barneare”.
Picchia e mena, lo convinsero d’andà con loro a Cecina. Come gl’arrivonno alla
stazione di’ paese, subito gl’andonno incontro du’ signorine, arte, belle, con
degli occhioni neri e a di’ la verità a Gosto le gli garbonno subito. Peroe
l’erano d’una bellezza parti’colare, l’aeano de’ porpacci muscolosi, e un viso
che parea quello d’un omo che s’era fatto appena la barba! Mero gni fece subito
l’occhiolino, ma i’ Cotenne disse: “Ragazzi, ‘un si po’ ari’are e andare subito
a i’ divertimento. Gnamo, prima s’arìa all’hotel, si deposita le valige e poi,
dopo che s’è fatto uno spuntino si va a fare un giretto ni’ centro di Cecina”. Appena
e’ furono ni’ centro di Cecina, e’
furono avvicinati subito da uno con una coda di dreto che e’ parea un cavallo. “Ragazzi”,
e gli disse, “se v’aessi bisogno di passare una seratina come intendo io, vi
procuro tre o quattro donnine di chelle che le vi fanno diertire e le vi fanno spendere
poco”. Cotenne unne stea più nella pelle, se le cose le steano in qui’ mo’ ‘un
gni sarebbe parso i’ vero. I’ Ciettone
però vorse subito sapere chi fusse questo signore così gentile che gli aveva
fatto la proposta. “Come ‘un vu’ mi conoscete? E’ mi conoscano tutti come i’
puttaniere di Cecina”. “Grazie, signor puttaniere, d’aecci fatto una proposta
così bella”, gli disse Mero, che già gl’era venuta l’acquolina in bocca. “Ragazzi”,
gli disse i’ puttaniere di Cecina, “voattri ‘un vu’ dovete fa’ attro che andare
a letto all’arbergo e quando vu’ sete a letto vu’ avrete una sorpresina di
chelle ganze”. Gosto un fece a tempo a sdrairsi su’ i’ letto, quando sente alla
porta, una vociona, che di femminile sinceramente l’avea pochino. Gosto la fece
entrare e dopo i convenevoli, la signorina con i polpacci da bagnino la gni
disse a Gosto di chiamarsi Marcella. Gosto, ormai tutto ringalluzzito, gli
disse che venìa da i’ Mugello e l’era un regolare laoratore iscritto a i’
partito e a i’ sindacato.
Paolo Campidori
© Paolo Campidori