INTERVISTA A M.P.
LINGUISTA
Nel suo «Dizionario della L. E.» (2005),
una fascetta sulla copertina riporta la dizione: “
«L’etrusco
è una lingua del tutto sconosciuta per il grosso pubblico, anche per quello
fornito di una buona cultura umanistica, il quale anzi continua a ritenerla un
autentico e totale “mistero”; ed è una lingua pochissimo conosciuta perfino dai
linguisti, i quali, soprattutto nell’ultimo cinquantennio, non le hanno
dedicato quasi alcuna attenzione. La colpa di questa stranissima circostanza
sta nel fatto che i linguisti hanno accettato acriticamente la tesi di alcuni
archeologi, i quali per 50 anni hanno detto e proclamato che “l’etrusco è una
lingua non comparabile con alcun’altra”».
Oltre ad essere un noto etruscologo Lei è
uno dei massimi studiosi e conoscitori della lingua sarda, la lingua della sua
terra d’origine. In una nota, a pag 30,
del suo interessantissimo libro “La lingua etrusca – grammatica e
lessico” (1997, Libreria Koinè, Sassari) troviamo che “anche i Sardi
provenivano dalla Lidia, dalla cui capitale Sardis essi avevano perfino
derivato il loro nome e quello della loro isola”. Alcuni studiosi (e mi sembra,
anche Lei) sostengono che gli Etruschi di Toscana abbiano origine dalla
popolazionie lidia, stabilitesi anche in Sardegna alla fine del secondo
millennio a.C.. Le ultimissime scoperte archeologiche e linguistiche (se ce ne
sono state) hanno confermato questa ipotesi?
«Intanto
la tesi della venuta degli Etruschi dalla Lidia nell’Anatolia od Asia Minore è
stata sostenuta da Erodoto e da altri 30 autori antichi, greci e latini,
contraddetta da un solo autore, Dionigi di Alicarnasso. Inoltre è recentissima
la notizia che il genetista Alberto Piazza, dell’Università di Torino, ha
comunicato in un convegno scientifico che, in base all’analisi del DNA da lui
fatta, realmente i Toscani odierni mostrano di essere originari dell’Asia
Minore.”
“Rasenna” è il nome con il quale gli Etruschi
definivano il loro popolo di appartenenza. Qual’è, secondo Lei, il vero
significato di “Rasenna”? La somiglianza di questo nome con alcune località
come Ravenna in Romagna o Rassina in Toscana, è del tutto casuale?
“Non
siamo ancora riusciti a chiarire l’esatto significato di Rasenna, col quale gli
Etruschi chiamavano se stessi. Comunque la connessione col toponimo toscano Rassina è stata già effettuata e sembra
anche in maniera pertinente.
In
virtù del suo suffisso è quasi certo che anche Ravenna è un toponimo di origine etrusca, ma finora non è stato
chiarito in maniera convincente il suo significato originario.”
I nomi di persona
etruschi, più comuni, tipo Larzia, Tania, Velia, Aruntia, Aule, Larth,
Marce, Velca, Velthur, ecc. sono nomi che si ritrovavano in abbondanza,
al tempo degli etruschi, anche in altre parti del bacino del Mediterraneo, ad
esempio in Lidia o a Lemno?
“Che l’etrusco non possa essere ritenuto una lingua
del tutto sconosciuta, cioè un totale “mistero”, è dimostrato dal fatto che
ormai abbiamo circa 11 mila iscrizioni etrusche, che in massima parte risultano
ormai tradotte e comprese. Invece della lingua lidia abbiamo solamente una
sessantina di iscrizioni, per di più piuttosto recenti, le quali pertanto non
consentono una proficua comparazione con la lingua etrusca.
Nell’isola di Lemno, nel Mar Egeo, invece è stata
rinvenuta una iscrizione, che sicuramente è composta in una lingua strettamente
affine con quella etrusca; ed inoltre alcuni altri frustoli di iscrizioni. Ma
anche in questo caso non è possibile approfondire la comparazione. In ogni modo
anche questi rinvenimenti epigrafici dell’isola di Lemno danno una buona
conferma della tesi della origine orientale ed anatolica degli Etruschi.
Nella sua “Grammatica Etrusca”, a pag 68,
Lei parla di un “originario sistema matrilineare esistente fra gli Etruschi, o
meglio, fra i loro antichi antenati Lidi”. Quali popolazioni esistevano in
Toscana prima dell’arrivo dei Lidi-Etruschi?
“In
Toscana esistevano i cosiddetti “Villanoviani”, popolazione preistorica che
aveva un livello culturale molto inferiore a quello dei nuovi arrivati
Lidi-Etruschi. Lo dimostra in maniera evidentissima il grande divario che si
constata fra le tombe dei Villanoviani, costuite da due ciotole coperchiate
l’una sull’altra e le grandiose e lussuose tombe ipogeiche etrusche, gia quelle
più antiche, ad es, quelle di Vetulonia”.
Cerretani erano una nobile famiglia fiorentina
stabilitasi a Firenze verso il sec. XII e che aveva il proprio feudo fra
Cerreto Maggio (Vaglia) e Legri (Calenzano) in provincia di Firenze. Le chiedo
se tale cognome potrebbe derivare da Caisr, Ceizra, Xaire, corrispondente al
latino Caere (Cerveteri).
“Cerreto significa «luogo di cerri» e deriva dal lat. cerrus «cerro» (sorta di quercia).
Siccome però questo nome di pianta è dato come preindoeuropeo e propriamente
come “mediterraneo”, la sua connessione con l’etrusco Xaire è allettante ed io mi impegno ad approfondirla. Ma a Lei
faccio i miei complimenti e ringraziamenti per questa connessione ipotizzata e
suggerita.”
Vicino a Firenze,
nella zona di Quinto dove è ubicata la celebre tomba della Montagnola (e altre
tombe principesche etrusche) scorre un torrente: lo Zambre. Un altro torrente
con lo stesso nome o simile, il Sambre, scorre nella zona di Fiesole (Val di
Sambre), attraversa l’abitato di Compiobbi e si riversa nell’Arno. Nella zona
poi dell’Alto Mugello, nel Comune di Firenzuola, troviamo un fiume chiamato
Santerno, che scorre appunto nella Valle del Santerno e che nasce presso il
Passo della Futa. Questi nomi di fiumi Sambre o Zambre, Santerno derivano
dall’etrusco?
Il monte, che guarda Fiesole e Firenze,
altro circa
“ Io ho pubblicato di recente un libretto
intitolato «Toponimi italiani di origine etrusca» (Sassari, 2006, Libreria
Koinè), ma non mi sono interessato di toponimi, anzi di microtoponimi della
Toscana. Per questi Silvio Pieri aveva pubblicato due importanti opere: Toponomastica della Toscana meridionale
(valli della Fiora, dell'Ombrone, della Cècina e fiumi minori) e
dell'Arcipelago toscano, Siena 1969 (Accademia Senese degli Intronati); Toponomastica della valle dell'Arno, in
«R. Accademia dei Lincei», appendice al vol. XXVII, 1918, Roma (1919).
Nella zona di Vicchio di Mugello, a Poggio
Colla, dove nelle vicinanze è stato ritrovato un importante insediamento etrusco del VI-V sec. a.C. fino
a poco tempo fa, gli abitanti di quella zona usavano la parola “vocolo” per
designare una persona scialba, insignificante. Quali origini questa parola
potrebbe avere secondo Lei?
“Vòcolo deriva da avòcolo «cieco», a sua volta dal lat. medioevale aboculis «senza occhi».
Presso la zona di Monteloro, vicino a
Fiesole, esistono due località chiamate rispettivamente Monte Trini e Lubaco (o
Lobaco). Sembra che la prima derivi dall’etrusco e significhi: “Monte
dell’invocazione” o “Monte della preghiera”. Più problematica mi sembra invece
l’etimologia del toponimo Lubaco. E’ possibile che derivi da “lo Bacco”, e che
probabilmente esistesse un tempio dedicato a quella divinità?
“Sull’argomento
provi a consultare le citate opere di Silvio Pieri, che potrà trovare in
qualche importante biblioteca pubblica.”
Quale aiuto potrà dare lo studio e la
comprensione della lingua etrusca alla
lingua italiana?
“Non
pochi vocaboli toscani e italiani sono ancora privi di etimologia. Essi
potrebbero derivare appunto dalla lingua etrusca. Veda nel mio «Dizionario
della Lingua Etrusca» l’Indice
Tosco/Italiano-Etrusco, che sicuramente è assai lontano dall’essere
completo.
Paolo
Campidori
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Paolo Campidori