FRASCOLE (Dicomano): UNA TORRE

LONGOBARDA SUL SITO ETRUSCO

DI FRASCOLE?

 

 

 

Tutta la zona di Frascole, Castel di Poggio, ecc. rientrava nella giurisdizione di Castel del Pozzo, i cui proprietari, nel Medioevo, erano i potenti feudatari Conti Guidi da Porciano (in Casentino), un ramo della famiglia dei Guidi da Modigliana.

 Con la fine dell’età feudale e dopo aspre vicissitudini e battaglie i Guidi alienarono la Contea del Pozzo alla ‘novella’ aristocrazia fiorentina quella dei Conti Bardi, che la tennero per circa quant’anni e dopo la alienarono alla Repubblica Fiorentina che acquistò tutto il contado, fortezze comprese, per la modica cifra di 2500 fiorni, nell’anno 1378. Faceva parte della Contea di Castel del Pozzo, anche la fortificazione e la piccola chiesa che sorgevano su un importante snodo viario medievale, già etrusco, sul Castello di Poggio, ubicato a monte, direzione Est della pieve di Frascole. Accanto alla torre, facente parte della fortificazione di castel di Poggio, ubicata in posizione particolarmente strategica, era stata costruita, o meglio, ‘ricostruita’ dopo l’abbattimento del castello, sui ruderi della fortificazione la piccola chiesetta di san Martino in  Poggio, la quale era diposta su un piano longitudinale est-ovest, con un piccolo sagrato in pietra e con pavimento in lastre sempre in  pietra. La Fortezza di San Martino in Poggio fu espugnata e, in seguito abbattuta, forse ad opera dei Fiorentini, durante la loro maggiore fase di espansione nel contado, probabilmente verso la fine del XIII secolo, inizi XIV sec.

Che tutta la zona intorno a Dicomano e, in modo particolare Frascole e Castel di Poggio, fossero in origine etruschi non esiste ombra di dubbio, infatti gli Etruschi abitavano le alture dei monti sulle sponde destra e sinistra del fiume Sieve e tanti reperti, appartenenti a questo antico pololo, sono stati ritrovati in strati più o meno profondi in tutte queste zone, non esclusa la zona di cui stiamo trattando.

Accanto alla chiesa di San Martino in Poggio (cura di anime fino a che la zona non perse importanza per una serie di cause tutte legate al cambiamento della condizione economica  e sociale degli abitanti che abitavano quelle zone collinari) scavi più o meno recenti hanno ritrovato le fondamenta di quella che era la torre (il ‘mastio’) della fortezza dei Guidi da Porciano (Casentino), signori della zona. Essa si trovava  proprio accanto alla chiesetta, sotto la coltre di terra formante una specie di tumulo o collina a forma di cono tronco alla sommità. Qui si celavano le strutture della torre del fortilizio dei Guidi e, proprio sulla sommità un  po’ spianata fu allogato, in seguito, il piccolo cimitero ad uso dei defunti che avevano abitato nella cura di detta chiesa. La torre della fortificazione aveva una base di circa diceci metri (largh.) per trenta (lungh.) ed era divisa, a livello basale, in tre parti da tre solidi muri interni. Lo spessore dei muri esterni misura circa mt. 1,50. La torre, che, ripeto, doveva essere il ‘mastio’ della fortificazione doveva avere un’altezza variabile dai 25 ai 30 metri, con un  probabile coronamento superiore a merli. E’ probabile inoltre che l’ingresso della torre, per ragioni difensive, fosse non al piano terreno (o seminterrato) dove probabilmente esistevano locali che potevano servire da cisterne per la raccolta delle acque o anche per il deposito di armi, di cibo, ecc, ma al primo piano della stessa, ingresso al quale si accedeva per mezzo di una scala di legno, rimovibile, in caso di pericolo. Analoghe scale in legno dovevano esistere per raggiungere i piani intermedi e superiori della torre.

Siccome la zona intorno a Castel di Poggio e Frascole era sicuramente abitata da Etruschi è probabile, ma non è sicuro, che la fortificazione medievale dei conti Guidi sorgesse sui ruderi di un precedente stanziamento etrusco. Mi spiego meglio, la torre potrebbe essere stata eretta sulle fondamenta di una grande tomba a tumulo, come ad esempio la Tomba a tumulo di Pian di Palma, Campo delle Caldane nella zona di Saturnia. Si tratta però solamente di una ipotesi che solo scavi, condotti in maniera scientifica, potranno svelare questo, che oramai è diventato un ‘mistero’.

In zona, abbiamo detto sono stati ritrovati molti reperti, soprattutto materiale fittile (terracotte), ma anche ex-voto, e un cippo funerario. Inoltre, mi hanno detto, che uno di questi reperti fittili porta il nome di una famiglia facoltosa etrusca: i VELASNA (di ceto paragonabile ai Guidi del Medioeveo). Tutto il materiale ritrovato andrà ad arricchire il nuovo museo Archeologico di Dicomano (Firenze) che aprirà i battenti, dopo tanti rinvii, il 6 dicembre 2008, se ovviamente non ci sarà un ulteriore rinvio.

Ci auguriamo che anche sul Poggio di San Martino, gli scavi, che procedono un po’ a rilento, a causa della cronica carenza di fondi da parte della Soprintendenza Archeologica di Firenze, ci riserbino delle autentiche e piacevoli sorprese.

 

Paolo Campidori

© PAOLO CAMPIDORI

 

Bibliografia essenziale:

Francesco Niccolai – Mugello, ecc, opera citata

R. Francovich – I castelli del contado fiorentino nei secc. XII-XIII – Ed. Clusf

M. Pittau – Dizionario della lingua Etrusca – Dessì Sassari

Paolo Campidori – Mugello – Altomugello –Valdisieve – Toccafondi Editore 2006