UNA BELLA STORIA DI AMICIZIA

Due anni fa, esattamente nel 2001, ebbi modo di passare le vacanze sulla Riviera dell’Argentario, nella nostra Maremma Toscana. Ero tranquillamente sdaiato al sole e discutevo del più e del meno con mia moglie. Probabilmente l’argomento era uno di quelli futili, di quelli per capirsi che si leggono su certe riviste un po’ scandalistiche. Mi sembra che l’argomento, messo in ballo da mia moglie, fosse quello di un Tizio attore che (ormai la cosa non fa neppure più notizia) che cornificava la moglie, e appunto veniva mostrato in abiti un  po’ discinti, con una giovane donna sotto braccio. “Ma quello – dissi io a mia moglie – (alla toscana, anzi con inflessione dialettale mugellana) – non dicevano che era “bu’o” (per dire buco). Sentendomi parlare toscano, e non solo, mugellano, sento una voce che, a dir la verità non mi sembrava né toscana, né mugellana, né straniera, ma una via di mezzo di queste tre insieme. Mi volto e vedo dietro di me una faccia nerissima, troppo abbronzata per essere quella di un italiano. Lo squadro meglio e vedo che appese al collo e alle spalle ha delle grosse borse: era un “Vu-cumprà”, che con fare amichevole mi dice, in perfetto toscano: “Senti Nini ‘un tu sarai mica mugellano?”. A sentire queste parole e dire che mi meravigliai, mi sembra troppo poco. Il nostro “Vu-cumprà” che io avevo visto e rivisto decine di volte passarmi davanti e al quale avevo sempre rimadato l’acquisto, si chiamava Mamadou, era, sentite bene questa, un medico, e veniva sulle spiagge italiane a fare il venditore di jeans, occhiali, radioline, accendisigari, ecc. “Non ti preoccupare – mi disse – non ti voglio vendere niente. Dal tuo accento, io sento che tu sei mugellano”. “E come lo fai a sapere” – gli replicai. “Semplice – mi rispose lui – anch’io abito in Mugello”. Fui oltremodo felice di aver trovato in terra maremmana un concittadino. Mi raccontò molte cose di lui, della sua famiglia, della sua vita. Viveva in una città senegalese, della quale io ho dimenticato il nome. Non aveva figli a carico, ma aveva due mogli “a carico”, delle quali mi parlò con dovizia. “Come fai a mantenere due mogli – gli dicevo – che per me è difficile farlo con una?” Lui rideva, udendo queste cose e con gentilezza rispondeva. “Voi italiani non capite, ma è meglio avere due mogli che una, come fate voi”. “E perché?” Gli chiedevo io. “Perché quando uno ha due mogli, in casa c’è una certa concorrenza, e ognuna delle mogli cerca di dare il massimo per non essere superata dall’altra”. “Mah!, sarà anche così – dissi io – ma quando uno ha due mogli ha anche due suocere, e la cosa non mi alletta davvero più di tanto”. Si mise a ridere. “Domani – mi disse – ti porto la foto di mia moglie, l’ultima che ho sposato, ci sei in spiaggia domani?” Con la testa annuii e gli dissi “Non sarà questa una scusa per vendermi della roba eh?” “Stai tranquillo, niente vendite” – Replicò. Intanto io e mia moglie facevamo dello spirito, dell’umorismo su come fosse stato l’aspetto della moglie di Mamadou. Un amico nostro, un po’ malignetto, avanzava l’idea che fosse stata, una di quelle “selvagge” con tanto di anelli alla bocca e al naso. La mattina seguente, Mamadou, puntuale come un orologio svizzero si avvicina verso di noi, con una bustina di plastica, nella quale, si vedeva, che dentro c’erano delle foto. A me scappava un po’ da ridere e non sapevo se sarei riuscito a trattenere le risate. Mamadou apre la busta e tira fuori una delle foto della moglie. Sorpresa! Avete visto Naomi Campbell? Vi piace? Ecco, la moglie di Mamadou non aveva niente da invidiare a Naomi, era bellissima, semplice, vestita con abiti moderni, sembrava una indossatrice. Rimanemmo di stucco, non credevamo ai nostri occhi. Da lì  è cominciata la nostra amicizia con Mamadou, senegalese, ma mugellano di adozione, con uno schianto di moglie, che prudentemente lascia in Senegal. “Ma perché non porti anche tua moglie in Italia”, gli chiedemmo. Neanche a parlarne, Mamadou, non fa mistero è geloso e la tiene nel proprio paese d’origine, sotto chiave (si fa per dire). Mamadou, è anche una persona generosa, avendo saputo da me, dei mei dolori reumatici, regolarmente, mi manda piccoli pacchetti di medicine “empiriche”, erbe, scaglie di corteccia di piante del suo paese d’origine. Però quelle medicine sono ancora tutte lì, avvolte nei loro pacchettini. Non so dove abita, o se abita ancora in Mugello, forse me lo disse, Mamadou, ma non ricordo Se leggesse questo articolo, non si sa mai, mi piacerebbe mettermi in contatto con lui. Bisogna tenere sempre in molta considerazione gli amici che hanno delle mogli, come quella di Mamadou! Non vi pare?

Paolo Campidori
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