IN ANTEPRIMA IL CAPOLAVORO DI PISTOLESI A CASTAGNO D’ANDREA

Nostra intervista con il Maestro Silvestro Pistolesi

Come se non bastasse al capolavoro di Annigoni nella chiesa di San Martino a Castagno, vale a dire la grande crocifissione  con a lato le due figure sempre in affresco realizzata dal Maestro circa trenta anni orsono, ora si aggiunge al altro capolavoro terminato proprio in questi giorni dal Maestro ed allievo di Annigoni Silvestro Pistolesi. L’opera in via di ultimazione si trova in una nicchia dalla parte destra della chiesa. L’effetto scenografico che assume adesso la chiesa con questa nuova opera è davvero mirabile. Campeggia al centro il grande Crocifisso con a lato le due figure, più indietro e di lato si trova l’affresco di Pistolesi con le figure che sono tutte rivolte verso il Crocifisso, quasi a voler far da spettatori a quel tragico e tremendo sacrificio di nostro Signore Gesù Cristo. Quest’opera di Pistolesi è come il completamento di questo grande evento nel quale c’erano sì gli attori principali, ma mancavano gli spettatori che in questo caso (e chi meglio di loro poteva rappresentarli) sono i dimenticati, gli emarginati, i poveri, proprio le peersone per le quali, in modo speciale si è sacrificato Gesù Cristo. L’opera di Pistolesi è geniale e appena la vedi rimani subito incantato per la bellezza delle figure, per i colori accesi e vellutati e per una ricerca prospettica davvero degna dei migliori artisti del Rinascimento. Se vogliamo questa è una pittura “laica” nel senso che non compaiono né Santi, né ecclesiastici, ma solo gente della strada: poveri ed emarginati. E’ una pittura moderna e allo stesso tempo classica ed originalissima. Nei volti e nelle espressioni dei personaggi vedi sì i caratteri del grande maestro Annigoni, ma vedi anche i tratti dei maestri del passato. L’affresco è composto da nove personaggi, i quali sono attratti da una luce intensa, la luce del Crocifisso, vale a dire la luce di Cristo. “Beati i poveri, poiché di essi è il Regno dei Cieli”, così in un passo di San Matteo si esprime il Vangelo. I “poveri” di Pistolesi sono vestiti in maniera originale, con grandi mantelli, con sciarpe dal colore vistoso e come non potrebbe essere altrimenti se solo immaginiamo i poveri derelitti della strada i cosiddetti “barboni”. Però questi poveri sia nell’abbigliamento sia nella espressione possiedono una grande dignità, quella dignità che spetta loro per essere poveri di sostanze, ma ricchi di virtù, come diceva Chiara di Assisi. Lo sfondo colpisce per la vegetazione di un bel verde cobalto che mette in luce e risalta lo sforzo espressivo delle figure. Un capolavoro questo davvero da andare a vedere. Quest’opera Pistolesi l’ha realizzata in soli 15 giorni, questo ti dice chiaramente che le opere d’arte stanno o meglio albergano per tanto tempo nell’immaginario mondo dell’artista e la realizzazione delle stesse è solo l’atto finale di questo lungo travaglio che certe volte dura mesi anni e talvolta una vita intera. Ho incontrato Pistolesi subito dopo aver visto l’affresco e dopo aver chiesto alcune informazioni al parroco Don Bruno Brizzi al quale va il merito di “aggregare” artisti di così grande livello, non solo nel campo delle arti figurative, ma anche della musica e di molte altre attività. Silvestro Pistolesi, come tutti i grandi artisti, è una persona semplice, di quelli che quasi quasi non si rendono conto della loro genialità di artista. Sembra quasi che ti vogliano dire: “Si, si tratta di una cosetta, che ho fatto in pochi giorni, che chiunque altro potrebbe fare, basta impegnarsi un po’”. Questa è la modestia di Silvestro il quale arriva con una Jeep americana autentica ultima guerra mondiale, accessoriata di antenna radio originale, tanica, borraccia, tutti pezzi originali un vero capolavoro di antiquariato. Il personaggio è di quelli semplici, come ho detto, pantaloni alla “paramilitare”, barba, un bel sorriso, un braccialetto d’oro al polso sinistro. Ha la casa a Castagno di Andrea da 42 anni, e questo potrebbe spiegare anche perché l’Annigoni ha qui dipinto la sua Crocifissione. Gli faccio subito una domanda cattiva: Maestro Pistolesi, non ha paura con il suo affresco appena terminato di mettere in ombra l’opera del suo Maestro? Con molta semplicità mi risponde che l’affresco è solo un coronamento o un completamento della Crocifissione. In quale anno è diventato allievo di Annigoni? Dal lontano 1963. I volti dei suoi personaggi, sono reali, nel senso che ha rappresentato delle persone, dei personaggi di spicco, e fra questi c’è il suo autoritratto? Non c’è il mio autoritratto e le persone corrispondono in realtà a dei personaggi reali. Quattro di questi sono dei frati vecchi altri sono persone da me conosciute ma nessuna di queste abita a Castagno. Come Le è venuta in mente l’idea di fare questo affresco a Castagno? A Castagno come ho detto vengo in villeggiatura da 42 anni, ed ho sempre avuto il desiderio di fare qualcosa per la chiesa. Ho manifestato la mia intenzione a Don Bruno che l’ha accolta con molta gioia. Poi siamo andati dal Vescovo di Fiesole Mons. Giovannetti, al quale abbiamo sottoposto bozzetti, disegni, ecc. Lui ci ha dato l’autorizzazione ecclesiastica e subito abbiamo cominciato il lavoro. Oltre gli affreschi Lei dipinge anche quadri? Si, dipingo soprattutto delle tavole in legno alle quali viene incollata una tela molto fine detta “cencio della nonna” e su questa viene incollata della carta. Poi il lavoro viene dipinto a tempera. Oltre a questa chiesa ha affrescato altre chiese o conventi? Sto lavorando nell’Abbazia di Vallombrosa, nel Chiostro, dove sto realizzando delle tavole. Ho lavorato anche nel Convento benedettino di Montecassino. Attualmente sto facendo un grosso lavoro in una chiesa americana che terminerò solo nel 2011. Altri lavori ho fatto nella Cappella del Convento dei Cappuccini di Pisa. Naturalmente è inutile dire che Pistolesi ha suoi dipinti nei maggiori musei del mondo. Ci lasciamo molto cordialmente, con l’idea di risentirci più avanti. L’artista parte rombando sulla sua Jeep militare, per la discesa del quartiere cosiddetto “La Ruota” non curante di questa lunga e afosa giornata estiva, tanto lui ha la jeep scoperta che gli assicura una buona ventilazione, e lo fa apparire come un personaggio estroso, un vero artista.

Paolo Campidori
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