I CIPRESSI CHE A GAGLIANO ALTI E SCHIETTI…..

L’arte come imitazione della natura

Se noi non possiamo definire il “bello assoluto” della natura se non attraverso il suo Autore, così noi non possiamo definire l’opera d’arte se non attaverso la mente dell’artista, che è sempre e inevitabilmente imitatore delle cose create. In che cosa consiste l’opera d’arte? Noi definiamo opera d’arte ogni espressione della mente dell’artista che si traduce sul piano pratico in un manufatto: pittura, scultura, architettura, ecc., che si caratterizza con l’interpretazione, spesso personalizzata, del “bello assoluto”. In altre parole, è la mente, la genialità dell’artista, che si avvicina a quella dell’Essere superiore, che è il Creatore. Prendiamo ad esempio l’interno della Biblioteca dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore presso Siena oppure l’interno della Biblioteca del Convento di San Marco a Firenze. Le lunghe file di colonne, che si accorciano sempre più in prospettiva, fino a congiungersi  idealmente in un punto fisso nello spazio, non assomigliano forse a una lunga fila di cipressi, che noi troviamo frequentemente nelle strade del nostro Mugello? Mi viene in mente, ad esempio, la lunga fila di cipressi che si trova sulla antica strada della Futa, che da Gagliano porta a Panna. Oppure l’arco a tutto tondo di un portale di un palazzo antico (ce ne sono di bellissimi in Mugello) non assomiglia forse all’arco di un multicolore arcobaleno, o all’arco della volta celeste? Oppure una sfera, una losanga, una spirale, un motivo floreale stilizzato non son tutte forme che si trovano in natura? E i colori? Il blu è il colore del cielo e del mare, l’oro delle tavole tre-quattrocemtesche è il colore del sole e della luce, il rosso è il colore del fuoco, il verde è il colore dei prati e delle piante. E la musica? Non deriva anch’essa dal sibilo del vento, dal cinguettìo degli uccelli, dal gorgogliare di un ruscello, dal “ritmo” della pioggia che batte sui vetri, sui tetti? E i materiali per realizzare l’opera d’arte non sono anch’essi presi dalla natura? Anticamente, in pittura, i colori si ottenevano macinando minerali quali il lapislazzuli, il diaspro o certi metalli quali l’oro e l’argento. E per modellare e per fare la ceramica, non si usa forse l’argilla? Ma anche l’arte moderna è strettamente legata alla natura e alle sue leggi. Il divisionismo di Seurat accosta vari colori fra loro in modo da farli sembrare più brillanti. Ma anche l’arte astratta o la pop art, in fondo, sono interpretazioni e imitazioni della natura. Questo vale anche quando l’arte è assolutamente nuova e controcorrente, Prendiamo ad esempio l’artista Mario Schifano. Il suo cromatismo, il suo dinamismo, il suo omaggio alla tecnologia  contribuiscono a fare  un’arte innovativa. Ma pur essendo innovativa c’è tutta l’esperienza della grande pittura, che come si diceva, è arte che deriva dall’osservazione della natura. Insomma, nessuno è esente, grandi artisti compresi, dall’imitare questo grande bene che ci circonda e che si chiama natura.

Paolo Campidori
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