DICOMANO MAGICO

Autunno alla Badia di Agnano

E’ ormai autunno, l’aria settembrina si fa sentire carica di nebbie e gocciole di pioggerellina fine fine. Le nuvole bianche e lattiginose accarezzano i valloni e le creste delle montagne. E’ una esplosione di colori, rosso ruggine come i pampini delle viti, nero ceruleo come i succolenti chicchi d’uva in attesa della raccolta, giallo-verde come i limoni che fanno a nascondino dietro le larghe foglie verdi, giallo come le puzzoline roride di rugiada, rosso come i secchi della raccolta delle uve, verde cupo come il colore degli alberi che circondano le montagne, rosa shoking come i fiorellini che si trovano sul muro davanti alla porta della badia, e poi i colori indescrivibili delle bocche di leone, l’azzurrino increspato dell’acqua della piscina, il rosso fiamma del ciocco che sta ardendo nel caminetto, scintillando e scoppiettando. L’autunno è una festa di colori, di suoni. Il galletto ripete per due volte il chichirichì, poi si riposa; le galline zampettano sull’aia in cerca di qualche granellino, le mucche, con il loro pacato movimento, sempre seguite dai vitellini, ruminano il fieno e le biade che in questa stagione trovano in abbondanza. Sui monti si sente un belare di pecore, un andare delle mucche con il loro caratteristico scampanìo. E settembre è qui che ci chiama. La vite che si appoggia al pioppo prosperoso è carica di grappoli d’uva bianca e nera, e sembra che ci chiami e che ci dica sono qua, vieni a cogliermi. Il contadino ormai attende gli ultimi raggi di sole e tutta quest’uva si trasformerà in dolce e profumato mosto. Ma anche gli olivi mostrano dietro le foglie argentee le succulente bacche che si trasformeranno, a, novembre però, in verdognolo e amarognolo succo, l’olio extra vergine delle nostre colline mugellane. Ma settembre è tempo anche di fichi, i più belli, i più maturi sono quelli che stanno lassù in alto, quelli più difficili a raccogliere, poiché quasi irraggiungibili. Dopo le piogge abbondanti di quest’anno i fontanelli sgorgano acqua genuina, non importa se la cannella gocciola l’acqua è abbondante. Proprio l’altro giorno mi trovavo quassù alla Badia di Agnano, proprio nel bel mezzo di uno dei frequenti acquazzoni che ormai quest’estate ci ha abituato a vedere. L’acqua aveva ripulito le foglie, i fiori, i pampini, i grappoli d’uva, le bocche di leone, dei fiori gialli con un bellissimo pistillo, i pomodorini che avevano tirato fuori quel rosso intenso, i limoni pregni d’acqua che di tanto in tanto lasciavano cadere una gocciolina. Sono stato testimone di tutto questo spettacolo qui all’Agriturismo La Badia di Agnano, posto bellissimo, in mezzo a panorami di sogno, vicino a Pievi illustri quale la Pieve di San Bavello e l’importantissima Badia benedettina, ai piedi dell’Alpe, di San Godenzo. Ma la Badia  di Agnano, che nel medioevo doveva essere un punto di riferimento della Abbazia di Sant’Ellero, si trovava proprio sulla vecchia strada che proveniva da Frascole e raggiungeva San Godenzo. La chiesa, rifatta a seguito di terremoto, è romanica con i muri in filaretto e abside semicircolare. All’interno della chiesa si trova un bellissimo crocifisso, alcuni affreschi e un tabernacoletto del Cinquecento. Un bel campanile a torre ospita due belle campane che una volta dovevano allietare non poco gli abitanti della zona con il loro rintocchi: l’Ave Maria, il Vespro e gli ultimi rintocchi della sera quando greggi e contadini si ritiravano nei poderi, illuminati da un fioco lume di candela. Purtroppo queste campagne hanno conosciuto negli ultimi tempi un devastante allontanamento delle persone, degli armenti, perfino dei sacerdoti che sono andati a “curare” le anime nei paesi che sono cresciuti a dismisura. Per queste campagne sono stati tempi duri: è come se il cielo si fosse oscurato per l’avvicinarsi di un forte temporale, con nuvole nere cariche di acqua grandine e fulmini. Ma si sa, il cielo come cambia, se si ha un po’ di pazienza, il cielo a poco a poco ritorna sereno e già ci siamo scordati del temporale. Qualche volta il sereno in queste campagne ritorna, anche per merito di persone brave, amanti della campagna, che investono capitali e la loro vita stessa per far “rivivere” queste belle campagne. Uno di questi è il Signor Gabellini Giuseppe che abita a Dicomano. Sono stato loro ospite in occasione della vendemmia, una vera festa “consumata” in compagnia di amici parenti e conoscenti. Verso le 12,30, dopo il lavoro, le donne hanno preparato una bel pranzetto. Merito della Sig.ra Bruna e Tina, che hanno preparato un stufato che sanno fare solo qui in Mugello, di Concetta e della moglie di Giuseppe, Marcella. Il pranzo è stato veramente   eccellente, una vera tavolata sullo stile “Linea Verde” televisivo. Ma torniamo all’azienda agrituristica. Giuseppe, come ormai mi sono abituato a chiamarlo amichevolmente, ha “tirato su” un’azienda che ha una capacità ricettiva non grande, ma di qualità. Ho visitato i loro appartamenti, che il sig. Giuseppe, alloca soprattutto a turisti, che vengono apposta dall’estero attratti dalla magnificenza di questi posti. Quassù la vita ha davvero qualcosa di magico. Si gira lo sguardo e lo spazio si apre davanti ai tuoi occhi come una scena incantata. Dicomano magico, si dovrebbe dire. Quassù la vita riprende il suo “upper style”, diventa trend, moda, davvero questo è Mugello in.

Paolo Campidori
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