FONTEBUONA: UN IMPORTANTE BORGO MEDIEVALE
La località Fontebuona, posta sulla via Bolognese, a circa 15 Km. da Firenze, vanta tradizioni molto antiche. Infatti, il primo documento che
la menziona risale al 1085 e questo documento viene riportato dal Repetti nel Dizionario Geografico Fisico della Toscana edito a Firenze nel
1833. Questo atto venne redatto ‘in loco qui dicitur Fonte Buona’ molto probabilmente perchè alcuni magnati di stirpe Longobarda vi risiede-
vano ed avevano una loro corte in questo luogo. Riportiamo quanto scrive il Repetti su questa località:
‘Borghetto e prima posta da Firenze sulla strada bolognese....In questo borghetto, posto in pianura sulla sinistra del torrente Carza, nel sec.
XI si incontrarono i primi magnati del Mugello. Tale era quel conte Gotizio di legge Longobarda, il quale insieme alla contessa Cunizza, sua
moglie, e figlio del fu conte Alberto, nel febbraio del 1085, mentre RISIEDEVANO in ‘loco qui dicitur Fonte Buona’ cedettero al conte Taci-
do del fu conte Pagano la loro porzione dei castelli di Luco e di Cantamerlo con tutti i beni che essi possedevano nei pivieri di San Giovanni
Maggiore, Santa Maria a Fagna e di Santa Felicita a Faltona nel Mugello.
‘Nello stesso mese ed annoi coniugi medesimi, dal luogo pure di Fontebuona, fecero altra donazione a favore del suddetto conte Tacido,
cui rinunziarono per un prezzo di L. 200, le proprietà e ragioni che essi avevano in tutta la Toscana, ad eccezione delle corti di Firenze, di
Campi, di Decimo, di Corella, e dei Castelli di Luco, di Cantamerlo e di Monte Aceraia. Nel tempo stesso investirono il conte Tacido di tut-
to ciò che a quei coniugi apparteneva nella villa di Monte Rinaldi e dello jus-patronato che avevano sulla chiesa di San Martino nel castel-
lo di Ricavo, su quella di Santo Stefano nel Castello di Comprato in Chianti, sulla chiesa di San Michele nel castello di Rifredo, e quello di
Santa Maria nel Castello di Rio Cornacchiaja presso la pieve di Santa Maria e di San Giovanni Battista; come pure rinunziarono a favore
dello stesso Conte Tacido i diritti sulla loro corte di Castro e sopra quella di Frena nel fiume Santerno (Annuali Camaldolesi)’.
Bisogna subito notare che i due atti di importanza così rilevante furono stipulati a breve distanza di tempo e nello stesso luogo. Infatti
questi magnati cedettero una buona parte delle loro sostanze al Conte Tacido, poichè gli stessi si ritirarono nell’importantissimo Monastero
di Luco di Mugello, riservandosi parte dei loro averi (i monasteri durante il medioevo avevano, fra gli altri compiti, anche quello di ricovero
di persone facoltose, e non, principalmente anziane e incapaci di accudire a loro stessi, dietro compenso al Monastero di una parte dei loro
averi).
E’ da ritenere che tali atti di donazione rogati nello stesso luogo non siano dovuti al caso. E’ da supporre, infatti, che proprio a Fontebuona
il Conte Gotizio e la moglie Cunizza, avessero una propria ‘corte’ con palazzo annesso. Non è opinabile che i detti signori abbiano stiputato
questi contratti in una antica Osteria, che già esisteva a quei tempi, o sulla strada o altrove. Si sa solo di una Rocca di Canapajo o Canapaia,
che pure era di loro pertinenza, ma la cui ubicazione è a mezza strada fra Fontebuona e Vaglia. Altro palazzo turrito questi signori lo posse-
devano a Ferraglia, dove esistono tuttora muraglie e il basamento di una torre. Su questi ruderi fu ricostruita verso la metà del settecento
l’attuale chiesa di San Niccolò a Ferraglia (precedentemente la chiesa era ubicata nel posto dove adesso c’è il cimitero, quindi proprio
sul cocuzzolo della collina).
E’ interessante vedere come questa collinetta a lato del torrente Carza è situata proprio all’imbocco della pianura che sfocia nel Mugello
ed era collegata visivamente con le rocche dei dintorni. Gli Ubaldini al pari degli Alberti e dei Guidi erano signori e padroni assoluti del Mu-
gello e Alto Mugello e discendevano direttamente dai Longobardi, come scrive anche un loro storico e discendente G.B. Ubaldini. Il Chini
nella sua ‘Storia del Mugello’ del 1875 riporta quanto scrive lo storico G.B. Ubaldini, cioè che il dominio degli Ubaldini si estendeva da
Fontebuona sulla Carza in Mugello, fino alla stradache due miglia sopra a Bologna porta a Verona, passando da Castel Cavrenna e che
dalle sorgenti del Santerno si estesero fino ad Imola e che da qui retrocedendo regnarono fino alla Val d’Agnello e fin sotto le mura di
Palazzuolo.
E’ anche probabile che questi feudatari longobardi avessero, in Fontebuona, avamposto delle loro proprietà, anche delle fortificazioni
con guarnigioni militari e forse anche locali per il pagamento dei pedaggi (una specie delle dogane odierne).
Se si esamina una vecchia foto di Fontebuona del 1903 si vedono ancora le vecchie strutture medievali fra le quali l’antico arco che
sovrastava l’antica strada bolognese che attraversava il paese, detta, ancora oggi, Via dell’Arco. Qui, esiste un nucleo centrale molto
antico, con mura poderose, anche se i rifacimenti sette-ottocenteschi nascondono in parte la sua vetustà.
Il Niccolai nella sua guida del Mugello e Val di Sieve del 1914 scrive a proposito di Fontebuona. ‘Il borghetto di Fontebuona su lo
stradale, presso una buona sorgente detta Fonte del Pruno (a 500 mt dal paese ndr). La località è ricordata in un atto di donazione fatto
dal conte Gotizio e dalla moglie sua Cunizza nel 1085 ‘in loco qui dicitur Fontebuona’. Il Niccolai ci da anche altre informazioni di questo
luogo: ‘Per essere stata in passato la prima posta da Firenze a Bologna, Fontebuona aveva un antico alloggio per i pellegrini e un
Oratorio dedicato a San Carlo’.
Dai documenti finora ritrovati non si può stabilire con certezza se l’albergo per i pellegrini fosse ubicato nel nucleo storico suddetto.
Si sa per certo, invece, che un locale molto ampio a pian terreno della Via dell’Arco veniva usato per il cambio dei cavalli e il piano su-
periore per l’alloggio dei forestieri. L’Oratorio dedicato a San Carlo, almeno verso la metà dell’Ottocento, era ubicato nel terreno della
ex Villa Lastrucci. L’arco medievale del quale si diceva: ‘Val più di Fontebuona l’Arco che tutto Pratolino con il Barco (Parco della Villa
Demidoff ex Villa Medicea), fu smantellato nel corso di restauri di inizio ‘900.
Concludendo questo borgo storico di Fontebuona, per l’importanza delle testimonianze medievali, ma anche per l’Ospedale per i
pellegrini e per essere stata la prima posta delle diligenze granducali, merita davvero un grande rispetto.
Paolo Campidori
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