Un importante ritrovamento grazie ai documenti trovati all’Archivio di Stato di Firenze
In una mia visita al Castello di giovedì 1 naggio 2003 ho avuto modo di parlare con il guardiacaccia, che fa questo servizio ed abita uno degli annessi al castello da più di 50 anni. Secondo, lui e secondo una università americana che sta conducendo le ricerche, la fabbrica di ceramiche si sarebbe trovata proprio in un annesso del Palazzo,
accanto alla sua abitazione. Mi ha riferito, che hanno scavato tanto ma che i risultati sono stati molto deludenti. Hanno trovato solo dei “coccin”i di nessun valore storico. In una mia ricerca all’Archivio di Stato di Firenze sotto la segnatura: Piante dello Scrittoio delle RR. Possessioni, in Tomi, Bobina 2, sotto l’anno 1625, ho rintracciato dei documenti che riguardano il Castello, i poderi e la Fornace di Cafaggiolo. Si tratta di un edificio complesso composto da un rustico antico con scalinata esterna a due piani, di un edificio annesso, con tettoia a spiovente, visto di fronte, con delle grandi aperture in cui si notano un forno tipico per la cottura delle ceramiche e addossate al muro si vedono delle ceramiche, forse delle brocche. Dietro a questi due edifici c’è un capannone, come si direbbe oggi, con il tetto a due spioventi, rialzato nella parte centrale. Questo edificio ho l’impressione che dovesse servire per lo stoccaggio e per la lavorazione dei materiali ceramici. Oltre a questi ci sono altri due piccoli edifici con i tetti che poggiano direttamente su dei piloni di mattoni, aperti da tutti i lati.Questo complesso, del quale dirò la sua ubicazione, è situato su un ponticello o una specie di collinetta, accanto al quale passa una strada. Particolare interessante, e non da sottovalutare, proprio davanti a quella che sarebbe la casa dei “fornaciai” c’è un bellissimo giardino con aiuole che formano dei disegni geometrici, quello che noi chiamiamo oggi giardino all’italiana. Siccome ogni disegno è corredato da un simbolo, quasi sempre animale, in questo caso il simbolo della fornace è un drago a più teste che sprizza fiamme da tutti i suoi pori. L’ubicazione della fornace come di tutti gli altri annessi e poderi è illustrata in una pianta chiamata: “Pianta e ristretto della descrizione”, ed è indicata al n. 21. Essa è ubicata non lungi dal castello, a circa metà dello stradone, una strada secondaria conduce verso il Ponte detto a Campiano. Questo ponte, come si vede benissimo nella illustrazione è costruito a schiena d’asino, sicuramente un ponte di età medievale con tre belle arcate. L’edificio in questione si troverebbe, appena passato il ponte, un mezzo chilometro circa a sud dello stesso. In linea d’aria si potrebbe stabilire la distanza della fornace dal Palazzo mediceo in circa un chilometro. Questo documento che riguarda il Palazzo di Cafaggiolo e le sue “aggregazioni” nell’anno 1625 non dà indicazioni che vi siano nel luogo altre fornaci. Quindi questa, e solo questa, dovrebbe essere la famosa fornace che per secoli ha sfornato le famose ceramiche che sono andate poi ad arricchire i musei e le pinacoteche di tutto il mondo. In un quadro riassuntivo dei beni appartenenti al ramo principale dei Medici (M.A.P. 87-61) possiamo vedere che i Medici possedevano più di una fornace. Infatti in questo elenco risulta: una fornace detta di Cafaggiolo, una fornace con capanna per pentolai a San Piero a Sieve e un’altra casa con fornace a San Piero a Sieve. L’elenco continua con una lunga serie di poderi. Ma vediamo un po’ di storia di questo importantissimo centro ceramico. La sua attività inizia non in Mugello, ma a Firenze, verso la fine del sec. XIV e fu aperta da Lorenzo di Pierfrancesco dei Medici. Pare che Luca della Robbia abbia appreso qui l’arte di applicare lo smalto tannifero alla terra. La fabbrica fu trasportata da Firenze a Cafaggiolo da Pierfancesco figlio di Lorenzo e fu ceduta poi ai fratelli Pietro e Stefano Fattorini. Soltanto con la cessione della fabbrica ai due fratelli, le ceramiche vengono marchiate con una semplice P. Morto Pietro Fattorini la direzione della fabbrica fu assunta da Stefano Fattorini. Questi variò alquanto la marca componendola con una S. Oltre a questa marca, su alcune ceramiche famose, sicuramente provenienti dalla Fabbrica di Cafaggiolo, compare un Tridente o Forcone, che dir si volglia. I caratteri generali della ceramica di Cafaggiolo sono: il predominio di un azzurro cupo, quasi nero e di un giallo assai vivo, mentre il verde rame si presenta più trasparente, gli altri colori acquistano un’importanza secondaria. I prodotti di Cafaggiolo comprendono soggetti a grottesche, soggetti storici, piatti amatorii, vasi di farmacia, ecc. La fabbricazione delle ceramiche di Cafaggiolo dura per tutto il sec. XVI.
Paolo Campidori
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