Sono stato parroco a Cerreto Maggio dal 1943 al 1952. Il luogo era un castello di una celebre famiglia, quella appunto dei Cerretani. Un giorno, dopo la messa, andai nell’orto a far buche per piantare delle piante; vidi per caso una moneta di rame tutta incrostata. Lentamente la ripulii e vidi che era romana: da una parte c’era Mercurio dall’altra invece c’era l’Imperatore Costanzo II nipote di Costantino, ma non trovai altro all’infuori di quella moneta. Allora supposi che questo castello dei Cerretani fosse nell’antichità una fortificazione romana. In questo posto i Cerretani non resistettero molto perché oltre a essere un posto solitario, senza strade né acqua é un luogo molto caldo con terreno arido e galestroso. Nel 1200 vennero già via e si installarono a Firenze a prestare servizio alla Repubblica Fiorentina. Furono benemeriti poiché la strada centrale di Firenze fu dedicata alla loro famiglia, proprio accanto al duomo. Quando io poi venni a Vaglia, nella Pieve dove tutt’ora abito, venne un giovane e disse di appartenere alla famiglia Cerretani che ora abitano in Emilia. Mi fece vedere un anello d’oro che era proprio della famiglia Cerretani:aveva uno stemma con tre cerri. Questo stemma c’è anche all’altare destro della chiesa di Cerreto Maggio. Nel ‘600 infatti fu parroco a Cerreto un sacerdote appartenente alla loro famiglia. Entrando in chiesa a Cerreto Maggio subito a sinistra c’è un affresco che rappresenta Gesù Crocifisso, la Madonna Addolorata e San Giovanni con due piccoli angeli che ricevono in un vassoio il sangue di Gesù. Questo affresco dovrebbe essere, quasi sicuramente, stato dipinto da Andrea del Castagno. L’affresco però è stato rovinato poiché nel 1915 circa il parroco fece aprire una finestra proprio sull’affresco, per combattere l’umidità nella chiesa. Questa finestra tolse parte dello affresco e, cioè, la testa del Cristo e della Madonna. Ricordo che la Madonna e i santi avevano una aureola a foglia d’oro. Per riparare a questo grave inconveniente il parroco fece dipingere di bianco tutta la superficie pittorica rimasta. Era un affresco di circa 2,50 per 3 metri e sullo sfondo si vedeva un bel paesaggio. Un altro parroco, più tardi, scortecciando l’intonaco lo scoprì tutto, naturalmente all’infuori delle parti che erano state tagliate via della finestra. I colori purtroppo erano rovinati. Di sicuro si trattava di un affresco dei primi del 1500. Da Cerreto Maggio passava una strada importante che da Firenze andava al castello del Trebbio. Era una strada collinare per evitare la strada di fondo valle che non era sicura. I Medici quando passavano per andare alla loro villa di Careggi passavano da Cerreto Maggio poi Paterno e Starniano quindi Cappella di Ceppeto, Castiglioni, Cercina e infine Careggi presso Firenze. Probabilmente però la strada etrusca e poi romana passava da Pescina. Questa era una strada in salita, molto ripida, quasi impossibile. Pescina si trova proprio alle falde del Monte Morello. La strada era praticabile solo a piedi, poiché col cavallo era impossibile e anche per i buoi col carro. Dell’ex castello dei Cerretani è rimasta una bella torre tutta in pietra che ora nvece fa da campanile alla chiesa. Da Cerreto c’è la deviazione per Legri e Calenzano e Firenze. Verso il Mugello la strada conduceva al Trebbio. La strada lungo la Carza non c’era era un viottoluccio ed era pericolosa per via dei ladri. Serviva soprattutto per i mulini e per macinare il grano. Da Cerreto Maggio proviene la Madonna che io ho presso la chiesa di Vaglia. Da Cerreto Maggio proviene anche un calice del 1400 che adesso è a Firenze presso il museo di Arte Sacra istituito all’interno della chiesa di Santo Stefano a Ponte. Si tratta di un bellissimo calice smaltato con formelle realizzate su disegno di Raffaello. Ho fatto richiesta poiché ritorni nella sede originaria. Ora la chiesa di Cerreto è “gestita” dal parroco della chiesa Immacolata di Firenze, per portare i parrocchiani, e anche come luogo di ritiro per i giovani, gli scouts, etc. Recentemente a Cerreto Maggio, fu girato il film televisivo di Don Milani, e in quell’occasione fu rifatta la strada poiché quando c’ero io arrivavano solo le moto e le tregge (carri senza ruote, tipo slitte). Ma la siccità non era un problema solo di Cerreto Maggio. A Vaglia, forse anche a causa dei lavori TAV, è sparita la polla dell’acqua sorgiva, che serviva per la vigna, l’orto, il frutteto. Per convogliare questa sorgente feci un mutuo di 300 milioni negli anni ’60, che ho finito di pagare da poco. A Cerreto Maggio ho patito tanto la sete, ma qui rischio altrettanto. A Cerreto c’era una fontanina che buttava a gocciole, si metteva la mezzina la mattina e si andava a riprenderla piena a mezzogiorno. Durante l’ultima guerra a Cerreto Maggio i partigiani portavano di nascosto a seppellire i propri soldati uccisi, questo era un rischio per me. Nel 1950 mi fu consegnata una lettera di riconoscimento da parte del Gen Alexander, in riconoscimento dell’aiuto dato ai soldati americani, per avergli dato da mangiare con grave rischio. Umanamente parlando era impossibile non aiutarli, vedendoli in quelle condizioni. Dai tedeschi venivo accusato di essere un partigiano travestito da prete. Sempre durante l’offensiva bellica il campanile della chiesa fu bersagliato dagli americani per due o tre ore, ma fortunatamente rimase illeso.
Paolo Campidori
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