Quando i cani si prendono la rivincita
Vi ricordate del buon Fido, l’amico dell’uomo per eccellenza, che se la memoria non mi inganna,divenne famoso, ma che dico, divenne una delle favole del Mugello. Le nonne raccontavano alle nipotine: “Sai qui a Luco di Mugello c’era un canino bravo, ma così bravo....”. Il fatto poi aveva oltrepassato i confini del Mugello, se ne parlava a Firenze e non solo. Anche i giornali facevano all’epoca i loro buoni “scoop”, su questo canino dal cuore d’oro, che sarebbe potuto stare benissimo in uno dei racconti di “Cuore” di De Amicis. Dunque, se ben ricordo, un bel giorno a Fido venne a mancare il padrone. Si sa bene che per i cani il padrone è tutto e si sa bene che in Mugello, terra di cacciatori, i cani sono trattati con più rispetto ....delle suocere (si fa per dire).
Dunque, il buon Fido era solito attendere il padroncino tutti i santi giorni alla fermata della corriera, e appena veduto il padrone, il cane si prodigava in scondinzolamenti e ogni altra forma di affetto. Di sicuro tale affetto veniva ripagato, magari con qualche cosina da mangiare, qualche piccola leccornìa. I maligni, vorrebbero insinuare che il cane andava alla corriera esclusivamente per gustare qualcosa di buono, ma queste sono voci un pò birichine.
Un bel giorno Fido, andando alla corriera, come era solito, non vede scendere il suo padrone, e, dopo una lunga attesa decide di tornarsene a casa. Questa scena pietosa, anche per la gente, che ormai si era resa conto delle sofferenze del cane, si ripete per giorni, settimane, mesi, per un lungo periodo, finchè la povera bestiola muore senza avere la soddisfazione di aver rivisto il padrone, ma anche l’amico per eccellenza.
Fido era entrato nell’animo degli abitanti di Luco e dei borghigiani, tanto che, qualcuno propose di fargli un bel monumento con tanto di piedistallo, e a perenne memoria una bella targa con il suo nome. Il monumento fu posto nei giardini pubblici di fronte alla sede del Comune capoluogo, cioè Borgo San Lorenzo, e tante persone, anche da fuori Borgo (io compreso), un pò per curiosità, un poco per amore, venivano a rendere omaggio, come si farebbe con le persone importanti, con i VIP. Ma a “qualcuno” questo “monumento da cani” non piaceva per niente. Dimenticavo, quando dico “monumento da cani” intendo dire monumento ad un cane. Non vorrei essere frainteso, il monumento è bello, anche a me piaceva, e piace tutt’ora. Va bene, che un grande artista quale era Adriano Cecioni, che in fatto di cani se ne intendeva, avrebbe potuto fare,forse, qualcosa di meglio. Tutto sommato, però, il monumento a Fido faceva la sua figura. Ammetto che il giudizio di tali opere d’arte è anche un pò influenzato da ciò che le stesse rappresentano, nel caso in oggetto si trattava di un cane che aveva compiuto qualcosa di bello e di eroico. Ma un bel giorno, una persona cattiva che odiava i cani, o forse un branco di ragazzacci (le ragazzate le abbiamo fatte tutti in gioventù), presero il monumento del povero Fido a solenni bastonate, cosicchè il monumento fu ridotto maluccio. Cosa ci vogliamo fare? Certe persone sono fatte così. La notizia di questo atto vandalico corse in fretta, tanto in fretta che i giornali stigmatizzarono l’avvenimento con parole gravi, e con reportages dettagliati e documentati da fotografie, testimonianze e supposizioni di ogni genere. Fortunatamente l’opera fu restaurata con cura e la stessa fu risistemata al posto originario, proprio accanto al Comune, nel posto che più gli spetta Mi auguro che il povero Fido nell’aldilà (già, perchè anche i cani hanno un anima, talvolta migliore della nostra) abbia ritrovato l’amato padroncino, e sicuramente guarderà giù in terra, con orgoglio, al monumento che gli uomini hanno eretto per lui.
Spero che, lui stesso, faccia qualche capatina al Borgo per vedere il suo monumento da vicino, magari in incognito, per non farsi vedere da noi mortali, e, magari, che vada a correre e scodinzolare con gli altri cani, nei giardini pubblici, calpestando, l’erbolina fresca e verde L’altro giorno, però, a Borgo San Lorenzo, stavo camminando lungo il Viale Pecori Giraldi e prima di arrivare alla Pretura, mi sono imbattuto con un cartello che diceva “Vietato l’ingresso ai cani”. Dentro di me ho detto subito: Vuoi vedere che anche qui c’è un “monumento da cani” da tutelare, talmente importante da non lasciar passare neppure i cani? Mi sono guardato intorno e nel giardino, in effetti, un monumento c’era. Ma non si trattava di un “monumento da cani”, bensì una di quelle opere di arte moderna che con i cani non ha niente da spartire. Però, mi è dispiaciuto un pò per Fido e ho pensato: “Metti che la buona anima di Fido passi da qui e veda quel cartello: Divieto d’ingresso ai cani.....Sono sicuro che non degnerà quel giardino e quel monumento (che non è un monumento “da cani”) neppure di uno sguardo, e proseguirà la strada dicendo come il Divino Poeta: “Non ti curar di lor, ma guarda e passa...”.
Ma così sono fatti i cani: bravo Fido!
Paolo Campidori
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