MUSEI MUGELLANI: TUTTO SOMMATO UN GRANDE SUCCESSO
Intervista con Alessandro Marchi, Assessore alla Cultura della Comunità Montana del Mugello
Intervista integrale 26 febbraio 2004 presso la Comunità Montana a Borgo San Lorenzo
Da quanti anni Lei è Assessore qui alla Comunità Montana?
Dal settembre del 2000, e a settembre di quest’anno sono già quattro anni
In questo periodo fra le realizzazioni che sono state fatte, quali sono quelle che Le hanno dato maggiori soddisfazioni?
Abbiamo lavorato molto, in particolare a cercare a mettere a sistema le attività culturali del comprensori, da questo punto di vista c’è la necessità che i Comuni abbiano la voglia anche di essere coordinati, quindi l’esperienza del sistema museo diffuso è stata una esperienza importantissima, anche se viene di più lontano, viene dal 1995, cioè il progetto generale che poi ottenne il finanziamento dai fondi strutturali e di lì si partì con il restauro dei contenitori, all’interno dei quali oggi sono stati realizzati i musei. Quini è stata un’idea importante che secondo me ha fatto breccia nel superamento dei “campanili”, abbiamo capito, in maniera concreta che lavorando tutti insieme si raggiungono obbiettivi importanti. Io ovviamente ho dato continuità poiché i fondi strutturali, finanziamenti, si esaurivano nel 2000, dopo questi fondi abbiamo invece gestito, da quando sono Assessore io, un accordo di programma quadro fra Stato e Regione, e successivamente fra Regione e zone della Regione Toscana, dal quale noi abbiamo ottenuto un ulteriore finanziamento 7-8 miliardi delle vecchie lire
Quanto complessivamente le risorse che avete avuto?
Complessivamente le risorse che abbiamo avuto per il sistema museale, che hanno consentito il restauro di palazzi importanti, come Villa Pecori Giraldi, il Palazzo dei Capitani a Palazzuolo, il Palazzo dei Vicari a Scarperia, Villa Poggio Reale a Rufina, complessivamente è un importo che va oltre i 23 miliardi di lire
Dove sono state più concentrate queste risorse?
Sono stati suddivisi con un criterio discusso con i Comuni e sulla base dei progetti, praticamente abbiamo dato soddisfazione a tutte le richieste del progetto originario
Si, ho capito, però dov’é che avete più concentrato queste risorse? Verso quale di questi musei, Villa Pecori Giraldi, per esempio?
No, se il progetto ad esempio, di Villa Poggio Reale costava tre miliardi abbiamo realizzato per tre miliardi
Quale di questi progetti è costato di più?
Per il restauro dei contenitori mi pare che quelli più cari sono stati il Palazzo dei Vicari, Pecori Giraldi, la Villa di Poggio Reale di Rufina, che sono contenitori importanti
Ma Rufina non ha la sua Comunità Montana?
Però, il progetto è partito nel 1995 era tutta unita, abbiamo deciso le due comunità montane, una volta avvenuta la divisione di continuare a sistema insieme questa attività, nella cultura sia per quanto riguarda il sistema museale sia per quanto riguarda il sistema di bibliotecario
Lei quindi mi sembra abbia fatto un distinguo fra quelle che cono le spese del contenitore, vale a dire del palazzo, da quello che è costato il museo vero e proprio. Fra i musei qual’è quello che ha richiesto maggiori fondi per l’allestimento museale?
Penso che sia il Museo Beato Angelico di Vicchio, per le sue caratteristiche, ci sono molte opere
Ma il palazzo esisteva già?
Era da completare, infatti è stato uno degli ultimi ad essere inaugurato, proprio perché aspettavamo che fosse adeguato alle esigenze per allestire il museo. Lì c’era già il progetto che prevedeva la biblioteca dov’è attualmente.
Questo museo diffuso che avete realizzato avrebbe dovuto avere una coordinazione che ancora non è stata attuata, e per questo mi riallaccio a questa domanda: Nel Convegno di Firenze Città Futura, la Dr.ssa Rombi, ricercatrice Universitaria, si è lamentata perché non c’è stato più coordinamento da parte di nessuno, quindi anche Soprintendenze, che ora dovrebbero essere ancora più coinvolte dopo la creazione del Polo museale. Io non c’ero, ma mi hanno chiesto di farLe questa domanda, la Dr.ssa Rombi avrebbe asserito che ognuno va per conto suo, questo coordinamento, proprio non esiste. Lei prima ha detto che si è superato il campanilisno, ma da qui non risulterebbe.
Si, ora bisogna vedere in quale contesto Carla Rombi ha rilasciato codesta dichiarazione. Lei è una che conosce molto bene il nostro sistema perché è stata responsabile scientifica di questo sistema
Appunto proprio per questo...
E’ una persona che io conosco molto bene e che stimo, sicuramente ci sono dei ritardi, ma anche perché il sistema ha avuto una sua realizzazione “allungata”, non è che tutti i musei sono stati inaugurati a febbraio del 2000, qualcuno è stato inaugurato nel 99 altri nel 2000 altri nel 2001, insomma c’è stato un processo allungato, per arrivare alla realizzazione che comunque era complessa, un investimento importante anche dal punto di vista dei soldi, finanziamenti che arrivavano da diverse direzioni, per cui anche tenerle insieme era piuttosto complesso. Noi abbiamo fatto un buon lavoro, detto da me è forse un autolodarsi, ma io mi riferisco non tanto all’attività mia ma a quello dell’Ufficio, il quale ha fatto un ottimo lavoro e sempre insieme ai comuni, tuttavia, ripeto, ancora il sistema museale non è completo, se lei pensa a Villa Pecori Giraldi, gli interventi nel parco li stiamo realizzando in questa fase, sono ancora interventi che rientrono dentro i finanziamenti ottenuti per il sistema museale. Ora noi lavoriamo molto seriamente e abbiamo cercato di individuare uno strumento di gestione unica, che era la Fondazione di partecipazione. Per questo abbiamo chiamato degli studiosi, che sono venuti ad un incontro che abbiamo fatto in tutti i Comuni in Villa Pecori Giraldi e il Prof Bellezza e il Prof Valentino, che ci hanno chiarito le idee su un percorso possibile. La Fondazione sarebbe la costituzione di un organismo formato dai diversi soggetti istituzionali, ma anche da privati, quindi banche e così via
Quindi non più “Museo Diffuso”, ma “Fondazione”
Il discorso Fondazione potrebbe essere allargato a tutte le attività culturali della Comunità Montana, però abbiamo anche verificato che la fondazione di partecipazione per un territorio come il nostro è uno strumento troppo importante, per cui la soluzione potrebbe essere quella di una gestione associata, su delega dei Comuni, e realizzare un gruppo di cooordinamento e del sistema museale e anche con la possibilità di orientare le materie della cultura del territorio, attraverso la nomina di un comitato scientifico, che assumerebbe quindi l’importanza di un comitato tecnico a supporto degli amministratori, cioè persone come la Carla Romby, potrebbero andar bene.
Una Giunta, diciamo..
Un Comitato tecnico scientifico che dovrebbe avere il compito, non solo di pensare non solo ai problemi di gestione degli eventi culturali e della proposta di eventi culturali, ma anche quello di consentire uno sviluppo nei musei. Cioè, noi abbiamo realizzato dei Musei, che però, ovviamente non possono competere con gli Uffizi
Penso che non si possa neanche fare un paragone di questo genere, poiché ogni museo ha delle caratteristiche. A me delle volte mi può interessare più un museo di arte minore, poiché in questo momento mi va quello, è un po’ come la musica, a volte mi va di sentire quella classica, a volte preferisco quella leggera....
Si, bisogna insomma saper caratterizzare gli istituti che ci sa, quindi diciamo, non vogliamo assolutamente competere con gli Uffizi, abbiamo però i nostri musei che possono essere “giocati” in un pacchetto complessivo, che per esempio Firenze non ha, Firenze ha tutto quel patrimonio d’arte che sappiamo essere un gioiello dal punto di vista mondiale, noi abbiamo un territorio, più vasto...
Anche qui ci sono delle opere importantissime..
Certo, mentre Firenze in un chilometro quadrato si trova tutto, qui per trovare e visitare il nostro patrimonio c’è da girare di più, e però, questo ci consente la bellissima opportunità di girare un territorio degli aspetti importantissimi. Quindi bisogna riuscire a “vendere” questo pacchetto territorio Mugello anche da un punto di vista della cultura, legato a tutte le altre opportunità che possiamo offrire.
E’ giusto quello che ha detto. Ne consegue che anche la tutela paesaggistica è importante, e questo fa parte anche dei vostri compiti?
La tutela paesaggistica non fa parte dei nostri compiti, questa è materia urbanistica, e anche su questo, io son portatore di una proposta, da un po’ di tempo, per quanto riguarda il paesaggio. Siccome viviamo in un periodo importante per il Mugello come per tante altre zone, dove tutti i Comuni stanno procedendo alla rielaborazione dei loro piani regolatori, e quindi si chiamano piani strutturali, per legge regionali, stanno procedendo a questo, è un momento unico, cioè tutti i Comuni stanno procedendo a questo, e allora io dico, senza ledere l’autonomia di ogni Comune di pensare lo sviluppo edilizio nel proprio territorio, che l’autonomia è conferita per legge, perché non prendere in considerazione che per le attività che hanno un’influenza territoriale più vasta e qui quindi mugellana, prendere in considerazione quello di trasferire alla Comunità Montana quello di dettare indirizzi e elaborare proposte in tal senso, cioè non si pensa Comune per Comune, ma paesaggio per l’intera zona. Le proiezioni di sviluppo turistico, non si pensano comune per comune, ma....Il problema è questo, di dice, il Mugello ha un futuro turistico, sta avanzando, sta conquistandosi consensi, ognuno fa una valutazione vasta e poi riduce le proiezioni dicendo, siccome ci sono tutte queste cose nel Mugello, nel mio Comune sviluppo...no, allora prevediamo lo sviluppo in tutto il Mugello. Però io non dispero, sono convinto che da questo punto di vista i Sindaci qualche passo saranno disposti a farlo.
Oggi si tende molto a museizzare e meno a valorizzare i luoghi d’origine da dove provengono queste opere d’arte. Anch’io spesse volte mi sono chiesto: è più importante l’opera d’arte o è più importante il contenitore? Come dire: è più importante il monile, il bracciale della donna o la donna stessa? Un esempio, questo che non calza affatto, ma vedo, mi sembra di vedere che talune chiese sono un po’ dimenticate, dico le chiese poiché queste ancora oggi sono gli scrigni dell’arte, però anche i palazzi comunali, se si potesse dire, non mi riferisco a Scarperia, non dico questo per voi, ma Lei ad esempio cosa ne pensa? Basterebbe fare un esempio per tutti, ad esempio, Petroio, ma si potrebbe continuare per molto.
Noi, ripeto, questo progetto Museo diffuso ci ha consentito di operare su molti contenitori, che erano di proprietà comunale, pubblica. Io sono d’accordo che non si può musealizzare tutto e quindi crediamo che questo progetto sia ormai arrivato alla fine. Noi dobbiamo solo mantenerlo rinnovarlo, farlo evolvere, promozionarlo e tenerlo come un’importante opportunità di conoscenza delle attività artistiche e culturali del nostro territorio. Fatto questo noi stiamo indirizzando la nostra attenzione su questi edifici che lei prima diceva, l’Oratorio della Madonna del Vivaio a Scarperia è un esempio, di restauro ed è patrimonio della Curia, ed è un esempio di restauro con la partecipazione di ingenti risorse pubbliche. La chiesa di San Francesco qui a Borgo San Lorenzo, che è di proprietà privata, è stata restaurata con risorse pubbliche tramite una convenzione tra pubblico e privato e la destinazione d’uso. Ce ne sono moltissimi. San Giovanni Maggiore è stato restaurato ma non viene mai aperto, la chiesa di Sant’Agata e la Compagnia è stata restaurata e ospita due musei, e ora l’intervento si è esteso proprio alla Pieve. La chiesa di Fagna è stata restaurata, qui con meno partecipazione del pubblico, ma soprattutto per il grande lavoro dei volontari, che lavorano per questa parrocchia, però sono riusciti a fare un intervento meritevole. C’e quindi un’attenzione anche per tutti gli altri monumenti, in particolare, credo, che la nostra attenzione futura, nel territorio del Mugello, ritengo che uno dei monumenti più importanti da valorizzare e da tenere in considerazione, oltre al Castello di Cafaggiolo, che è privato ed è di difficile contatto, per lo meno per ora con i proprietari, stiamo lavorando molto seriamente per quanto riguarda il Convento del Bosco ai Frati e che è un oggetto, credo, importantissimo. Il Convento di Bosco ai Frati è inserito nel nuovo accordo di programma quadro, per quanto riguarda la Comunità Montana, insieme al Convento Camaldolese di Luco e l’edificio Il Molinone di Marradi. Quindi c’è una attenzione anche a questo, però quando si esce dall’edificio di proprietà pubblica e dobbiamo avere a che fare con i privati, siano essi la Curia, siano privati di altro genere ci sono maggiori difficoltà, perché i soldi pubblici si danno se questi consentono che il patrimonio che si restaura sia poi fruibile al pubblico. Sennò che interesse ci può essere se non questo.
Ecco, proprio sulla fruibilità del pubblico, mi riallaccio sempre a questa domanda che mi hanno detto, vale a dire era stato progettato di fare un biglietto unico per tutti i musei mugellani, questo poteva, in un certo senso dare un incentivo. Questa cosa la state pensando?
Si, c’è già un accordo sulle tariffe da applicare all’interno dei musei, ma oancora, ripeto, la gestione dei musei, non è “a sistema”. Ancora ogni comune gestisce per conto proprio, anche condividendo però con la Comunità Montana. Noi abbiamo appaltato, ora è stato firmato il comntratto dalla ditta che ha vinto l’appalto, in questa settimana, credo martedì, e abbiamo appaltato la conclusione del progetto sistema museo diffuso. Avevamo la necessità di avere un supporto di un soggetto privato per concludere che prevede una rinfrescata dal punto di vista delle tecnologie, per esempio, i primi musei che abbiamo aperto avevano i proiettori di diapositive. Si sa che questi funzionando per ore sono superati. C’è il proiettore DVD che danno una definizione maggiore, quindi si da una rinfrescata alle tecnologie, una rinfrescata agli allestimenti, poi si lavora sulla realizzazione delle guide di ogni museo e quindi si realizzeranno le guide per ogni museo, si lavora sui cataloghi, si lavora sulla promozione e sulla cartellonistica stradale per raggiungere non solo i musei ma anche tutti i monumenti che sono presenti nel nostro territorio.
A proposito di questa cartellonistica, voi avete fatto diverse cose, siete a un buon punto? Avete già concluso?
C’è il progetto definitivo, dobbiamo registrarlo poi metterlo in appalto e procedere alla realizzazione, sia dei cartelli che della messa in opera.
Questo anche per quanto riguarda i beni archeologici?
Tutte le emergenze di tipo culturale e monumentale che ci sono nel territorio
Un’altra domanda che mi hanno pregato di farLe, ed è questa. Dare più spazio all’arte contemporanea, come vedrebbe Lei il fatto. Per esempio il Museo di Vicchio, ad esempio, che è grande, si potrebbe dare un piccolo spazio ai pittori contemporanei?
L’arte contemporanea è una materia abbastanza complessa, ora il museo di Vicchio ha una particolarità che è già pieno. So che il Sindaco, l’Amministrazione Comunale, sta pensando, poiché stanno realizzando con noi l’edificio scolastico a Vicchio, stanno pensando di trasferire successivamente la Biblioteca nell’attuale edificio scolastico, così si libererebbe il primo piano dell’attuale museo e darebbe la possibilità di ampliare sia la collezione sia di inserire dentro. Noi abbiamo fatto una riunione ieri l’altro sull’arte contemporanea con tutti i Comuni presente Lanfranco Bindi che è un dirigente della Regione Toscana dove abbiamo socializzato la possibilità di fare un progetto di territorio riferito all’arte contemporanea. Non c’è da inventare molto, si tratta di mettere insieme, iniziativeche già i Comuni stanno facendo e dargli una un’importanza a livello di territorio e quindi avere la possibilità di fare massa e sistema anche in questo caso, cioè la parola chiave per me per lo sviluppo del territorio di tutte le sue attività, compresa quelle culturali e quella di mettersi “a sistema”, ecco perché parlavo prima della cultura di superare il campanile. Se riusciamo a superare questa noi abbiamo una forza. Ci sono molti segnali positivi in questo senso. Sicuramente è un processo che avrà ancora bisogno di essere approfondito discusso. Ci sentimo scarperiesi, vicchiesi, borghigiani.
La particolarità del mugellano è appunto quella di essere molto campanilista
Dei toscani in generale
Cosa ne pensa dei Musei locali?
Ne dico bene io, sembrerebbe scontato, però noi abbiamo avuto la possibilità di misurare il Prof. Valentino, il Soprintendente di Firenze, e la Commissione Provinciale chenin qualche maniera ha favorito l’accesso ai finanziamenti che facevo riferimento prima, hanno fatto un giro di tutti i nostri museie devo dire che alla fine si sono espressi in certe situazioni anche meravigliati della ricchezza dei nostri musei. Questo non vuol dire che ci dobbiamo mettere a sedere sugli allorie che quindi siamo a posto, anzi. Se c’è un livello buono bisogna lavorare per mantenerlo e eventualmente per migliorarlo ancora.
Secondo Lei le Comunità Montane nugellane stanno operando nel modo giusto?
Questo bisognerebbe domandarlo all’opposizione. Nopi pensiamo di si, anche se non abbiamo la presunzione di dire che siamo al masssimo. Io mi metto sempre in discussione. Son sempre disposto ad accettare osservazioni che ci possano far migliorare.
In Mugello esiste una proliferazione di musei locali, più di una dozzina, Lei vede questo come una cosa positiva?
Messa a sistema si, perché ho sentito Paolucci diverse volte esprimersi in questo senso, lui sul Museo diffuso è un progetto sul quale ha lavorato molto e ha contribuito molto sull’idea, sul concetto di Museo diffuso. Io credo che nel Mugello quando sarà completato con quei dettagli che si diceva prima, credo che noi abbiamo una buona esperienza di Museo diffuso.
Però qualcosina si potrebbe dire, Lei non vede ci sia una “confusione”, intesa nel senso tipologico, ad esempio più musei che hanno la stessa funzione, ad esempio la civiltà contadina se non mi sbaglio si trova a Erci, si trova a Palazzuolo, e a Bruscoli.
Quella di Palazzuolo è più delle genti di montagna, ha un titolo diverso, che però è analogo.
Questi musei che hanno la stessa funzione, si potrebbero riunire in un’unica entità?
Forse si perderebbe questo concetto di Museo diffuso, cioè dare la possibilità di visitare il territorio insieme a questa ricchezza delle nostre tradizioni, della nostra storia
Tante opere d’arte mugellane della storia recente e passata sono state incamerate dai musei fiorentini, quando non sono andate all’estero per varie ragioni, Lei pensa che un giorno o l’altro torneranno nei loro luoghi d’origine?
Con Paolucci abbiamo fatto un convegno a Scarperia, quando ero Sindaco, ormai qualche anno fa, Paolucci per me è una persona eccezionale, e io gli feci una proposta che se avessi trovato le risorse per restaurare delle opere d’arte, non quelle che sono nei musei, ma che sono negli scantinati dei nostri musei compresi gli Uffizi, che appartenevano al territorio mugellano, lui avrebbe assegnato in deposito queste opere d’arte al Mugello, in contenitori naturalmente dotati di allarme, ecc. ecc. Siamo riusciti a fare questo per alcune opere, per esempio le opere di Neri di Bicci che sono al Museo del Beato Angelico di Vicchio furono resurate tramite una sponsorizzazione fatta a Scarperia, siccome Vicchio non era pronto, io l’ho tenute da Sindaco per due anni in una stanza in Palazzo dei Vicari, in esposizione, poi quando è stato fatto il museo di Vicchio sono state trasferite.
Io credo molto a questo progetto, non quella di poter riprendere la tavola di Giotto che il museo di Vicchio ce l’ha e quella se la tiene stretta però per lo meno quelle opere che oggi non sono esposte, che potrebbero essere restaurate con il concorso anche di sponsor, privati, ecc. e riassegnate a questo territorio.
Quindi Lei è abbastanza ottimista. Per quanto riguarda il futuro, cosa si propone? Quali sono i progetti più ambiziosi.
Uno ambizioso che stiamo portando in discussione e questo sull’arte contemporanea, di cui facevo riferimento e che ho socializzato con i comuni martedì scroso. Io spero che abbia una condivisione e che possa in qualche maniera diventare lavoro per il nostro futuro. Abbiamo continuità alle attività che già programmiamo, anche di quelle di cui non abbiamo parlato come il cinema sotto le stelle, tutte le attività che la Comunità Montana coordina per conto dei Comuni, e questo importante interesse che abbiamo sempre in ambito della cultura per edifici monumentali, come dicevo prima, Bosco ai Frati in primis, quindi continuare, non per musealizzare, ma per far sì che siano fruibili, non desideriamo fare altri musei, giustamente, ne abbiamo a sufficienza, però ci sono questi monumenti che rischiamo di perdere...
Manca ancora un Museo Archeologico
Quello di Dicomano però è in corso, già finanziato
E dove lo fanno?
Lì al Comune. E’ un bellissimo progetto tra l’altro che è seguito dalla Soprintendenza.
Si sa quando sarà aperto?
I finanziamenti sono a posto, quindi mancano a me i dati, poichè è il Comune direttamente che pensa alla gestione dell’appalto, e dell’inizio dei lavori, però la copertura finanziaria c’è, il che non è poco. Materiale archeologico ne abbiamo tanto..Poi c’è la presenza della Soprintendenza Archeologica. Io mi incontro mercoledì prossimo con il Prof. Fedeli
Cosa stanno facendo i musei mugellani per l’educazione artistica dei giovani e dei bambini?
Noi abbiamo un percorso, tramite l’agenzia dei ragazzi, che lavora sul territorio, per quanto riguarda le visite e i contatti, le visite dei bambini in età scolare. C’è questo lavoro fatto con le insegnanti delle diverse scuole su un progetto, poi loro decidono che museo visitare e poi c’è una sorta di visita al laboratorio nei musei che vengono visitati
Queste visite vengono coordinate con voi?
Si e con tutti i Comuni. Per poter interagire maggiormente l’idea è quella di realizzare dei veri e propri laboratori all’interno dei musei. Capire anche qual’è il processo per la realizzazione di un’opera d’arte. Su questo ci stiamo lavorando.
Avete anche una sezione didattica?
La facciamo tramite questa agenzia
Poi mi sembra effettuate visite?
Si, le scolaresche sono molto interessate a quelle di Casa d’Erci perchè poi hanno la possibilità di visitare la parte di territorio, tutte le piante...un bel contesto quello di Casa d’Erci
Non le sembra che per le chiese mugellane si sia fatto e si stia facendo troppo poco?
Mi è mancata prima la risposta per San Giovanni Petroio. Lei lo sa che lì non si accede perchè la perpetua non apre? A volte quindi l’ostacolo maggiore non è tanto la Curia, è la perpetua. La Curia ha un patrimonio enorme
Ma anche i preti ci mettono del loro. Se lei ad esempio va a San Gavino Adimari, lei non entra perché il prete che è vecchio, non apre a nessuno
E se poi io trovo qualcuno che sostiene che le chiese non devono diventare luogo di visita, ma solo luogo di culto, una volta restaurate con i soldi pubblici se non possono essere visitate...
Come vede l’idea di far pagare tutto e comunque, perfino nelle chiese, e talvolta a caro prezzo? Non pensa che essendo l’arte un bene di tutti dovrebbe essere fruibile e a basso costo?
E’ un fatto economico importante in questo momento credo che bisognerebbe fare molta attenzione al fatto economico. Però bisogna sapere differenziare. L’arte è un bene di tutti però è vero anche che l’arte costa, per mantenerla e per farla essere un bene di tutti ha un costo notevole per la società, quindi è un bene di tutti ma bisogna oltreché incentivare e fare in modo che venga apprezzato, bisogna anche fare una selezione.Per esempio se un luogo può essere visitato da tutti,m va a finire che ci va anche quello che mangia il gelato, che mangia il panino, mentre entra in una chiesa in un museo. penso che si debba entrare in luoghi particolari di arte, di cultura, è bene avere una certa disciplina
Purtroppo, avendo vissuto una vita alle Belle Arti, ho visto anche di peggio
Però a volte bisogna dire che i prezzi andrebbero concordati. Questo del biglietto unico sarebbe un bello strumento, che darebbe la possibilità di economizzare e chi volesse visitare i nostri musei potrebbe farlo in più puntate
Questa è una domanda un po’ strana. Siamo in guerra con l’Iraq e con la popolazione islamica non riterrebbe saggia la chiusura di alcuni dei musei più importanti?
Sarebbe come dire piegarsi alla paura del terrorismo. Credo che la cosa migliore sia quella di dimostrare che il terrorismo noi lo temiamo nella giusta misura ma non vogliamo chiuderci in casa e quindi bisogna anche far capire che risponderemo con forza e che saremo vincenti nei confronti di questo terrore.
Una domanda liberatoria. Se lei potesse tornare indietro quali di queste professioni sceglierebbe: pitore, regista cinematografico, collezionista, astronauta? Oppure un’altra?
Bella. L’astronauta mi piace molto. Devo dire che comunque, per me la politica è stata una bella scuola perché mi ha consentito di conoscere molta gente e di ascoltare molta gente e quindi di avere una preparazione che a scuola non ti danno.
Bene io concluderei con una domanda che si può fare Lei. Si faccia una domanda e si risponda. Gliela faccio io. Questo successo che avete avuto con i Musei è tutto merito suo?
Assolutamente no.Me ne prendo il merito per quanto ci sono stato, prima come Sindaco, ora come Assessore per l’attività che ho potuto svolgere, ma sicuramente il merito è un patrimonio di tutto l’insieme, quindi di tutti i sindaci, di tutti gli assessori, ma in particolare di tutti i dipendenti che i questi progetti hanno creduto e hanno saputo ben lavorare e anche per supportare appunto i politici. Questo è indiscutibile. In tutte le riunioni pubbliche in cui io parlo di qualcosa, credo di non essermi mai dimenticato di ringraziare i dipendenti che hanno lavorato per realizzarlo.
Mi sembra
questo possa bastare. La ringrazio.
Paolo Campidori
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P. Campidori)