LA CHIESA DI EVANGELISTA TORRICELLI A PIANCALDOLI

Nella bellissima piazzetta di Piancaldoli dove si affaccia la chiesa di Sant’Andrea Apostolo, c’è anche una bellissima fontana che a getto continuo, estate e inverno, eroga acqua freschissima e abbondantissima, che esce dalle viscere della montagna. Proprio sopra questa bella fontana monumentale si legge il cartello: “PER ONORARE EVANGELISTA DI GASPARE TORRICELLI DI PIANCALDOLI, CASTELLO DELLA ROMAGNA FIORENTINA, INVENTORE DEL BAROMETRO E DELLA MISURA DELLA CICLOIDE. N. 15 OTT. 1608 M. 25 OTT. 1643”. Il mese di ottobre deve essere stato fatale per il nostro inventore, poichè in quel mese è nato e morto. Inoltre notiamo che lo stesso è morto all’età di 35 anni. Nonostante la vita di Torricelli sia stata breve, a lui si deve una delle massime scoperte che sono andate a vantaggio dell’umanità, il barometro. Senza questo strumento, oggi, non sarebbe possibile fare previsioni del tempo con un’esattezza quasi matematica. Oggi sappiamo tutti usare il barometro e tutti sappiamo che a una calo della pressione corrisponde un afflusso di aria fredda e umida che immancabilmente porterà il cattivo tempo. Diversamente, invece succederà per un aumento della pressione. Se oggi noi dobbiamo levarci tanto di cappello di fronte a questo grande inventore, nel passato, invece, conoscendo i nostri vecchi contadini, queste invenzioni erano viste con un po’ di scetticismo. I nostri vecchi, si sa, che si affidavano a conoscenze empiriche per dire che farà bello oppure pioverà. Essi si affidavano soprattutto ai proverbi. Ne cito un paio tanto per fare un esempio: “Quando ha tonato e tonato, bisogna che piova”, “Quando il gallo beve di state, tosto piove”, oppure “Quando i nuvoli vanno in su, to’ una seggiola e siedivi su; quando i nuvoli vanno al mare, to’ una vanga e vai a vangare”, ancora: “Aria rossa da sera buon tempo mena”, ecc. Non è che questi saggi proverbi fossero da sottovalutare, tutt’altro, la loro validità derivava dall’esperienza tramandata di padre in figlio, dalla conoscenza davvero notevole che accumulavano, stando sempre in contatto con la natura, con gli animali, con le piante, ecc. Ma il mondo, si sa va avanti, e un bel giorno, un abitante piancaldolese scopre il rapporto costante fra una colonnina di mercurio e la pressione atmosferica che varia se sei a livello del mare, oppure se sei in montagna. Ecco quindi scoperto che le variazioni che avvengono tenendo il barometro nello stesso luogo daranno indicazioni sull’alta e bassa pressione e di conseguenza sull’approssimarsi di un temporale oppure di un bel tempo stabile, con cielo sereno, ecc. L’altra importante scoperta del Torricelli riguarda la misura della cicloide: possiamo dire in proposito che la cicloide è la curva descritta da un punto appartenente a un cerchio il quale ruoti su una retta. I piancaldolesi sono fieri di annoverare cotanto ingegno fra i loro popolani illustri che vissero nel passato. Supponiamo che Evagelista Torricelli fra un’invenzione e l’altra, abbia trascorso anche ore spensierate, nel proprio paese, magari a giocare a carte ai dadi, in una antichissima osteria, che esiste tutt’ora che ha, fra i suoi arredi architettonici, due bellissimi caminetti di pietra, uno di questi è rinascimentale e porta al centro un bellissimo stemma con raffigurato un galletto. Saranno contenti i  nostri amici del giornale che forse vorranno andare a vederlo. Il nostro Evangelista, dato che allora, la gente era molto religiosa sarà andato anche in chiesa, nella chiesa intitolata appunto a Sant’Andrea Apostolo. Però di quella chiesa antichissima non è rimasto che pietra su pietra, nel senso che un bel giorno nel 1922 i piancaldolesi, volendo costruire una chiesa più grande, per sopperire all’incremento della popolazione, hanno deciso di fare una nuova, questa volta non più romanica o rinascimentale ma in stile neogotico, secondo la moda d’inizio novecento dominata da un eclettismo architettonico Della chiesa vecchia rimangono poche testimonianze, doveva essere bellissima, a giudicare dai pochi reperti pervenutici, quali, due capitelli corinzi, che sono inseriti in un muro a lato della chiesa. Pur essendo “moderna” la chiesa conserva all’interno opere d’arte notevoli che provengono da chiese e oratori vicini. Una di queste è una pittura a fresco proveniente dall’Oratorio dell’antico ospedale di Sant’Antonio Abate. Raffigura la Madonna in trono col Bambino, alla sua destra Sant’Antonio e Abate e alla sua sinistra San Domenico. Si tratta di un affresco staccato, ritenuto di scuola fiorentina della seconda metà del XV secolo. Altra opera notevole è una scultura del sec. XVI che proviene dall’Oratorio di Mercurio, presso Giugnola. La statua raffigura San Domenico, che sulla fronte ha una stella a otto punte, mentre legge un libro. La stella è l’attributo del Santo. Questa doveva essere posta in alto, sulla facciata dell’Oratorio. Sempre nella chiesa è conservato il Marzocco, scultura originale del 1490, forse dono dei fiorentini a Piancaldoli, quando i paesani decisero di sottomettersi definitivamente a Firenze. E’ un leone accucciato sulle zampe posteriori, simbolo della città di Firenze. Ha la bocca spalancata. E’ un po’ rovinato in quanto la scultura era sistemata nella piazza al clima non certo facile di questa bella zona dell’Alto Mugello. Adesso nella piazza è stata sistemata una copia, che come l’originale, guarda verso Firenze, e ciò sta a significare che i piancaldolesi da quel giorno non guardano più alla Romagna ma a Firenze e alla Toscana. Noi ne dobbiamo essere orgogliosi. Altra opera notevole nella chiesa è un paliotto d’altare in scagliola con al centro uno stemma raffigurante un leone rampante sovrastato da tre piccoli gigli. Le decorazioni del paliotto sono a racemi con fiori, frutta e piccoli passerotti. Questo è Piancaldoli, un paese dell’Alto Mugello, che offre a chi lo visita sensazioni uniche: paesaggistiche, storiche, artistiche, e non ultimo, offre i suoi prodotti genuini della terra e dell’allevamento.

Paolo Campidori
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