LA “PICCOLA FIRENZE” D’OLTRE APPENNINO
“....ma se le porrete il nome ch’io vi dirò, il Comune ne sarà più geloso e più sollecito alla guardia: perch’io la nominerei, quando a vor piacesse, Firenzuola. A questo nome tutti in accordo senza lacun contrasto furono contenti, eil confermarono; e per più aumentare e favorare il suo stato e potenza le diedero per insegna e gonfalone mezza l’arme del comune, e mezza del popolo di Firenze....” (G. Villani, Cronica, Libr. X, cap. CXCIX). Sempre il Villani ci riferisce: “...cominciossi a fondare (Firenzuola) nel nome di Dio il dì 8 Aprile nel detto anno (1332) quasi alle otto ore del dì, provvedutamente per istrolagi, essendo ascendente il segno del Leone, acciocché la sua edificazione fosse più ferma e forte, stabile e potente”. Poi il Villani precisa che la costruzione fu voluta “...acciocché i detti Ubaldini più non si potessero rubellare, e distrittuali contadini di Firenze d’oltre Alpe fossono liberi e franchi, ch’erano servi e fedeli de’ detti Ubaldini”. In effetti in Mugello e Alto Mugello, nei secc. XIII e XIV hanno sempre fatto causa comune con i nemici di Firenze. Nel 1258 il loro fortissimo castello di Montaccianico in Mugello fu distrutto dai Fiorentino, ma gli Ubaldini lo ricostruirono poco dopo, ancora più forte, con un doppio giro di mura. Fu durante il secondo assedio di Montaccianico nel 1306, poiché gli Ubaldini avevano ospitato dei Bianchi e dei Ghibellini fiorentini che fu deciso di costruire le “terre nuove” di Scarperia e Firenzuola. Per dire la verità la prima deliberazione per la costruzione di terre nuove da parte di Firenze fu presa nel secolo precedente, ed esattamente nel 1299. La fondazione di terre nuove è collegata al piano di unificazione politica del territorio e va considerata come l’atto decisivo della lotta di Firenze contro gli ultimi, fortissimi residui feudali. La fase della costruzione delle terre nuove costituisce dunque una svolta decisiva e innovatrice nella politica territoriale fiorentina che ha per scopo l’indebolimento della nobiltà di diritto imperiale, unitamente alla crescita della città che tra il sec. XIII e XIV raggiunse il suo periodo più ricco e fecondo. Firenze aveva già manifestato le prime ambizioni di autonomia a partire dall’XI secolo, incoraggiata anche dalla Contessa Matilde, morta nel 1115. Con la distruzione di Fiesole avvenuta nel 1112, Firenze si era liberata di una pericolosa rivale. Poi la città aveva acquistato una certa autonomia politica, dovuto anche la fatto della lontananza dell’autorità imperiale, tuttavia il controllo del contado non era affatto una cosa semplice. Firenze tuttavia inizia la fase della conquista dei castelli già nei primi anni del XII sec. , con la conquista di Semifonte nel 1203. Ma già nel 1218 i fiorentini ottengono il giuramento di molti castelli del contado, in maggior parte tenuti sotto la signoria dei Conti Guidi. Nel 1306 si arriva a deliberare la costruzione delle terre del Mugello con la seguente causale: “ad reprimendum effrenandi superbiam Ubaldinorum et aliorum de Mucello et de ultra Alpes qui comuni et populo Florentie rebellaverunt”. (ASF. Provvisioni, IX). Cioè la decisione parte dalla necessità di difendere le strade locali dalle scorrerie degli Ubaldini. Ma quali erano le caratteristiche di queste “terre nuove”? Non si trattava di borghi sviluppati spontaneamente senza un piano preordinato, ma di nuovre realizzazioni insediative, programmate nei minimi dettagli. Nel nostro caso la “terra” di Firenzuola viene costruita proprio sul punto di intersezione delle strade più importanti per quei tempi vale a dire la strada W-E che dalla Toscana andava in Romagna, seguendo il corso del fiume Santerno e l’altra importantissima strada che seguiva il percorso S-N che dal Giogo andava a Piancaldoli verso l’Emilia e la Romagna. Era una cosa quasi impensabile per quei tempi, un affronro gravissimo, e sotto certi aspetti poteva significare una vera aggressione nei confronti dei feudatari Ubaldini, legittimati dal potere imperiale. Per fare un confronto, un po’ grossolano, se si vuole si potrebbe paragonare ad una ipotetica costruzione di una città, fa parte di una potenza straniera, imglobando, ad esempio, un nodo importante autostradale della nostra Autostrada del Sole. Ripeto, è un esempio grossolano, poiché la nascita della terra di Firenzuola era avvenuta, come testimoniano i documenti, per “reprimere e frenare la potenza degli Ubaldini”. Dunque le caratteristiche della nuova “terra” è principalmente quella di creare un borgo fortificato, un borgo “franco”, un pezzo di terra extra-territoriale, che godesse dei diritti, dei benefici, e fosse soggetto in tutto e per tutto alla città di Firenze. Una specie di Ambasciata o di Consolato se si potesse fare un paragone con la realtà odierna, con la differenza che oggi le ambasciate e i consolati si installano, quando fra due paesi corrono rapporti di amicizia e di cooperazione reciproca. Per gli Ubaldini, invece, la costruzione di questa nuova terra, era stata come un bel calcio dato nelle parti basse e nascoste della persona, ed era quindi naturale che gli stessi Signori Ubaldini reagissero in maniera del tutto adeguata. Ad occupare la nuova terra furono tenute conto delle richieste avanzate da molti abitanti dei borghi di Santerno, Cornacchiaia, Rapezzo ed altri, che volevano ottenere libertà, franchigie e protezione dalle imposizioni degli Ubaldini. In questo il Comune non si era fatto attendere poiché ai terrazzani chiamati ad occuparle il Comune aveva promesso (e mantenuto) l’esenzione decennale da ogni tassa e la libertà. Altre erano le funzioni della “terra” oltre a quella a scopo abitativo e difensivo. La “piccola Firenze” avrebbe avuto un proprio Palazzo Comunale, che nel 1335 risultava ancora in via di edificazione. Una volta terminata la costruzione del Palazzo Comunale si sarebbe passati alla chiesa, che in un primo momento avrebbe dovuto prendere, come nome del titolare, San Firenze. Poi invece alla chiesa fu dato il nome di San Giovanni Battista Decollato. Ancora, la “terra”, fra i suoi compiti, avrebbe avuto quello di “mercatale”, quale polo di convergenza dei prodotti agricoli per lo scambio. Questa funzione è attestata da certi particolari architetonici, come la presenza di portici, lungo le strade principali o nella piazza. Oltre il mercato si era favorito il nascre di botteghe, trattorie e alberghi. Infatti i documenti attestano la consistente presenza di albergatori a Firenzuola, e, naturalmente nonmancava la concorrenza fra gli stessi, talvolta anche sleale. In un documento che ho ritrovato all’Archivio di Stato di Firenze, del 1529, (Statuto di Firenzuola) si fa divieto a osti e albergatori e loro garzoni di danneggiarsi reciprocamente con atteggiamenti ritenuti sleali, in particolare: “nel castello di Firenzuola e nel suo Vicariato e ancora fuori di detto Vicariato, per causa delli hosti albergatori et loro garzoni a qualinon basta dalle loro osterie et alberghi invitarsi i forestieri; ma vanno e mandano i loro garzoni et chi loro pare non solo alle porte del Castello di Firenzuola ma per tutto il Vicariato ad invitarsi i forestierie condurre le cavalcate a loro osterie non senza danno e grande sdegno degli altri hosti”. Quando sul finire del sec. XVI la grande opera di fortificazione fu conclusa, essa si rivelò ben presto inutile e inutilizzata. I fossi del circuito del castello furono affittati dal comune per fare fieno e le carbonaie furono occupate da orti. Ancora oggi Firenzuola continua ad essere la “piccola Firenze” dei fiorentini, un piccolo lembo della propria città e del proprio cuore al di là degli Appennini. Tutt’oggi una “terra nuova” alla quale non mancherà l’interesse e il calore dei fiorentini.
Paolo Campidori
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