PIETRAMALA MI MANCHI

L’amore impossibile di due giovani: Covigliaio e Pietramala

PROLOGO

Questa è una piccola storia di due innamorati che si amano alla follia, i loro nomi sono Covigliaio e Pietramala, come i due paesi che si trovano sull’Appennino. Qualcuno, però, invidioso del loro amore vorrebbe dividerli. E’ una storia semi-seria che ha un risvolto allegorico. Questo invidioso che li ha divisi, è il Comune, che ha frapposto una barriera. Ora le mani dei due innamorati non possono più toccarsi; gli innamorati non possono scambiare più i profumi delle loro valli, dei loro boschi e dell’aria fresca che scende già dal Monte Beni e dal Canda. Pietramala è preoccupata ha paura che questa divisione sia definitiva e per questo propone a Covigliaio un incontro notturno verso la mezzanotte: “Sarà bellissimo stare ancora insieme”. Ma Covigliaio rifiuta di incontrarsi in quel posto chiamato Baccanella, in quanto popolato da Elfi, draghi, bestie feroci. Incontrarsi in quel luogo sarebbe una pura follia. Nonostante questo Pietramala vuole correre il rischio: “Mi piacciono le avventure”. Ma Covigliaio rifiuta sdegnosamente, egli vuole riabbracciare la sua bella Pietramala proprio su quella strada di crinale che ha fatto innamorare poeti e artisti. E’ talmente fiducioso di questo futuro incontro fino al punto che dichiara: “Dalla nostra unione nascerà un erede, lo chiameremo: Futuro. Pietramala si accontenta di questa promessa dell’amato e gli sussurra: “Ti amo, non vedo l’ora di riabbracciarti”.

LA BREVE STORIA

Covigliaio: lascia che stenda un braccio su di te e ti avvolga con iprofumi del mio parco naturale fino a inebriarti.

Pietramala: tu sai quanto amo il profumo dei tuoi boschi, la freschezza dei tuoi ruscelli, ma permettimi di accarezzarti con l’aria fresca che scende giù da Montebeni e da Monte Canda

Covigliaio: vorrei tanto abbracciarti come abbiamo fatto per lungo tempo, ma qualcuno ha rotto questa nostra unione. Una ruspa del Comune e degli operai cattivi hanno piantato una barriera fra te e me.

Pietramala: E’ vero non sento più il tuo abbraccio. Il mio lungo braccio che si snodava sinuoso sul crinale del monte non sente più la tua mano. Perché ci hanno divisi Covigliaio?

Covigliaio: è stata l’invidia delle persone che ci ha divisi. Esse non vedono di buon occhio due persone che si amano.

Pietramala: allora vuol dire che resteremo per sempre divisi? E il nostro amore che è durato anni e anni?

Covigliaio: non permetteremo a nessuno di dividerci così. Il nostro amore non sarà vano. Il nostro abbraccio tornerà a farsi sentire più forte che mai. La brezza delle nostre colline e dei nostri monti tornerà a mescolarsi e a inebriarci, come sempre.

Pietramala: perché non ci incontriamo stanotte verso la mezzanotte? Sarà bellissimo stare ancora insieme...

Covigliaio: Sei impazzita? Ma non sai che ci dovremmo incontrare in un bosco buio e nero popolato di Elfi, draghi e animali feroci, chiamato Baccanella? Sarebbe una follia.

Pietramala: Sarà una follia, però io lo voglio fare. Mi piacciono le avventure, specialmente di notte. Gli Elfi non ci daranno fastidio e neppure i draghi e le bestie feroci.

Covigliaio: no, le tue parole non hanno senso. Torneremo sì a incontrarci e ad abbracciarci ancora, ma non in quel luogo sinistro della Baccanella. Ti vorrò riabbracciare su quel crinale tanto bello, che ha fatto sognare Granduchi, scrittori, poeti e artisti di ogni genere. Ti ricordi quando veniva Telemaco Signorini a ritrarre i nostri prati, i nostri monti, le nostre mucche, sulle sue tele? Ma questi tempi ritorneranno. Dalla nostra unione nascerà un erede, lo chiameremo: FUTURO.

Pietramala: Ti amo, non vedo l’ora di riabbracciarti.

Paolo Campidori
(Copyright P. Campidori)