LA ROCCA DI CAVRENNO E LO SPEDALE DI FILIGARE 

Spedale, spedaletto questi due vocaboli si incontrano molte volte studiando la storia medievale del nostro

territorio mugellano e alto mugellano. La etimologia della parola si perde nella notte dei tempi. Anticamente “spedale” aveva un significato diverso dall’attuale, anche se gli ospedali moderni sono la diretta derivazione di quelli medievali. Si può dire intanto che queste istituzioni erano a carattere benefico e si trovavano sulle principali strade di comunicazione che attraversavano il nostro territorio in lungo e in largo. Famoso, fra i tanti, era lo spedale di Fonte Manzina detto anche “Spedaletto” presso il quale esisteva anche una osteria che andò in fiamme per le note vicende di cannibalismo e a seguito di questo  prese il nome di Osteria Brucciata o Bruciata. Altri spedali importanti si trovavano presso le importantissime Pievi di Cornacchia e di Sant’Agata e anche nella Contea dello Stale, altra via che portava in Emilia. Queste istituzioni erano nella totalità dei casi gestite da enti religiosi, anche se, probabilmente, erano beneficate dai feudatari di qui luoghi. Queste avevano il compito di dare l’assistenza materiale e spirituale ai pellegrini ma anche ai viandanti che si trovavano a passare per quei posti. Il personale addetto aveva il compito di rifocillare il viandante, di curarlo, se questi ne aveva la necessità, di trattenerlo anche due o tre  giorni e al momento della partenza provvederlo del cibo fino alla seguente postazione che si trovava sempre vicino alla strada di grande comunicazione. Lo spedalingo, che era il rettore, aveva anche il compito di insegnare al viandante la strada e di metterlo in guardia circa i pericoli che questo avrebbe potuto incontrare nel cammino. Le strade a quei tempi erano molto pericolose, la miseria spingeva molte persone a diventare predoni a rischio dell’incolumità della propria vita e di quella dei viandanti. Questa piaga era quasi impossibile arginarla, anzi dilagò in tal modo che il Comune di Firenze, per tutelare i propri traffici e i propri commercianti che trasportavano le merci su muli e cavalli, decise di intraprendere una vera guerra con i feudatari dell’Appennno Tosco-Emiliano, fino ad arrivare alla distruzione di tutti castelli, rocche, torri e a promuovere la costruzione di nuove “terre”nel cuore dei possessi di questi grandi feudatari (Vedi Scarperia, Firenzuola ecc.). Le fonti antiche ci parlano di questi Spedali abbastanza diffusamente, anche se è molto difficile ritrovare la loro ubicazione esatta, in quanto molti sono andati distrutti o degli stessi rimangono poche rovine. Fa eccezione lo Spedale del sec. XII-XIII che si trova al confine fra Toscana e Emilia in località Filigare non distante dalla Rocca di Cavrenno, ed è conservato in maniera mirabile. Va detto innanzitutto che tutta la zona era feudo degli Ubaldini , come pure la Rocca di Cavrenno e il borgo omonimo appartenevano ad essi. Questo “spedale” si trova nel  borgo di Filigare, anch’esso antico e a un tiro di schioppo dalla Rocca di Cavrenno. Probabilmente quest’ultima località era un bivio importante poichè si intersecavano due strade importantissime: una che seguiva a nord per Spedaletto (un’altro) e la Via Flamenga, cioè la strada militare romana, e l’altra che portava al castello di Scaricalasino (l’attuale Monghidoro) e a Bologna. Ci sono da notare in questo spedale di Filigare alcuni particolari architettonici di notevole interesse. Le finestre ad esempio, nelle quali, nella parte superiore è incisa una C rovesciata sormontata da una croce. Lo stesso simbolo, l’ho ritrovato in una casa molto antica di Cavrenno, su un antico caminetto,di proprietà di un certo Signor Napoleone, il quale mi ha detto che il simbolo potrebbe corrispondere a Matilde di Canossa, in quanto la zona faceva parte del suo feudo.Queste finestre sono originali anche per il fatto che il cuneo trapezoidale della trabeazione è posto a contrasto fra i due cunei a forma di triangolo, posti ai lati, secondo una tecnica molto antica. Sopra la finestra corre un cornicione aggettante che copre tutta la facciata. La stesso cornicione lo troviamo sotto le finestre. In cima alla facciata, al centro, c’è una bellissima testina romanica e questa è posta sotto il cornicione superiore, si tratta di un gocciolatoio o protome. Ancora, di un certo interesse è la finestrina accanto alla porta di ingresso al piano terreno. Si nota qui la stessa tecnica costruttiva della finestra al piano superiore, con una inferriata antica. Vorrei segnalare anche nella facciata di una abitazione del borgo antico di Filigare  uno stemma su un pilastro, facente parte forse di un antico portale con lo stemma mediceo, probabilmente datato 1607.

Sulla rocca di Cavrenno che occupava proprio il cocuzzolo della collina, a lato del borgo omonimo, le fonti storiche non sono prodighe di notizie. Si sa che è stato lungamente conteso da Fiorentini e Bolognesi

e a questi la rocca fu venduta nel 1294 da Ottaviano figlio di Ubaldino della Pila. Della vecchia chiesa esistono vestigia, poco fuori il borgo, sulla strada che conduceva a Spedaletto sulla Via Flamenga: La chiesa era denominata Santa Maria a Cavrenno. Oggi questi pochi ruderi, che appartenevano alla chiesa, sono stati ristrutturati e trasfomati in una abitazione. Sono ancora visibili alcune finestrine antiche e la finestrina che fungeva da “elemosiniere”. Questa,poco all’interno, ospitava una cassetta per le elemosine, protetta da una grata, ad uso dei pellegrini, per deporre il loro obolo, quando la chiesa era chiusa in alcune ore della giornata o della notte. Dal borgo si sale per una stradina molto ripida al colle ove esisteva la rocca, poi abbattuta dai fiorentini. Tutt’intorno si notano migliaia di pietre che sono rotolate dalla cima e ci ricordanola distruzione della rocca. Sulla parte più alta sono ancora visibili i ruderi sopra i quali è posta una croce di metallo. Da questa vetta la vista spazia per tutte le valli circostanti e quello che per noi oggi è un ottimo punto per ammirare il panorama, nei secoli del medioevo, e oltre, è stato un ottimo punto strategico per controllare e dominare.

Paolo Campidori
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