“SGUATTERA” PER AMORE

La travagliata storia di Bianca Capello, e i soggiorni a Cafaggiolo e Olmi in Mugello.

Bianca Capello era la figlia del più illustre dei nobili veneziani Bartolomeo Capello. Bianca all’età di 17 anni si innamora di un giovane di un anno o due più vecchio di lei, appartenente ad una famiglia nobile fiorentina impoveritasi nel tempo. Questo giovane si chiamava Pietro Buonaventura e si trovava a quel tempo a Venezia a ricoprire l’incarico di impiegato presso la banca fiorentina dei Salviati, che era situata dalla parte opposta del Palazzo dei Capello. La famiglia di lei avrebbe voluto ucciderla piuttosto che accordare un tale matrimonio, e così, i due giovani si sposarono segretamente. Su Pietro Buonaventura fu messa una taglia di 2000 ducati a favore di chiunque l’avrebbe ucciso. Per sfuggire alla morte Piero e sua moglie, presero dapprima una gondola, e poi fuggirono, probabilmente con una nave, per raggiungere Firenze dove suo padre e sua madre vivevano in una grande povertà. A suo padre, date le ristrettezze, gli era rimasta solo una serva e per far quadrare il bilancio familiare, anche in vista dei due nuovi arrivati, il padre fu costretto a licenziare la serva e Bianca dovette prendere il suo posto. Durante questo tempo passato in povertà ai due giovani nacque una figlia alla quale fu dato il nome Pellegrina (che poi andò in sposa a Ulisse Bentivoglio). Nel 1563, Francesco, allora ventiduenne, il figlio maggiore del Duca di Firenze, passando un giorno da Piazza San Marco (questa storia la sanno tutti i fiorentini), alzò gli occhi e vide Bianca alla finestra e subito si innamorò di lei. Ella aveva allora venti anni ed era al massimo della  sua bellezza. Dopo un invito, Bianca accetta di incontrasi con Francesco presso il palazzo di una nobildonna fiorentina nella stessa Piazza San Marco, dove abitava lei. Bianca, in ginocchio, chiede comprensione, protezione e rispetto per la sua onestà. Francesco per un po’ di tempo obbedisce, ma poco dopo le sue attenzioni verso Bianca si fanno via via più insistenti. Ma Pietro amareggiato dal fatto che Bianca  fosse costretta a fare una vita servile a causa delle loro condizioni di povertà e anche per tutelare la sua incolumità finisce per accettare un incarico propostogli alla Corte medicea, e inoltre di andare ad abitare con la moglie in un Palazzo di proprietà del Granduca che si trovava in Via Maggio, nelle vicinanze del palazzo Ducale (Ci sapeva fare il Granduca). Pietro, a causa di questa nuova posizione sociale, divenne orgoglioso, insolente, dissoluto e detestato da tutti, e dopo un po’ di tempo fu ucciso all’angolo di Via Maggio, presso il Ponte di Santa Trinita, da uno della famiglia Ricci che Pietro aveva insultato. Francesco  allora divenne l’amante di Bianca e restò tale per tutta la vita, anche quando nel dicembre del 1564 sposò l’Arciduchessa Giovanna d’Austria, e allora, Bianca aveva solo 21 anni. Quando Francesco non era nel suo laboratorio (amava spassionatamente le ricerche alchemiche), passava la maggior parte del suo tempo da Bianca nella casa di Via Maggio. Rattristata dal comportamento fedifrago dello sposo e ammalatasi Giovanna morì nell’aprile 1578. Francesco sposò segretamente Bianca in quell’anno e l’anno successivo vi fu un matrimonio sfarzoso nella chiesa di San Lorenzo. Nel 1565 Bianca veniva accolta al Castello di Cafaggiolo dal March. Alamanno Salviati, con molti altri gentiluomini fiorentini. “Nel penultimo decennio del secolo – ci dice il Niccolai – ed anche prima, ad intervalli, vi dimorava col marito Bianca Capello, vanitosa, tenera e dispotica che ammaliava potenti e artisti”. Sempre il Niccolai descrivendo la chiesa di Olmi, presso Borgo San Lorenzo, ci dice: “Bianca Capello che ad Olmi era già stata nel 1578 (18-19 maggio) vi ritornava Granduchessa nel 1585 con sfarzoso corteo da Cafaggiolo e Alessandro Allori, detto Sandrino del Bronzino, poiché allievo e amico di Agnolo di Cosimo detto il Bronzino, che vi si trovava a dipingere due tavole d’altare (Una Maria Assunta e un San Sebastiano) la ritraeva a fresco in una parete della sala ove stava pranzando. Aveva essa allora 37 anni”. L’affresco fu poi staccato e portato alla Galleria degli Uffizi. Ma un bellissimo ritratto di Bianca all’età di 20 anni fu fatto anche da Tiziano. Questo ritratto che prima si trovava alla Torre del Gallo è scomparso. Un altro bellissimo ritratto di Bianca all’età di 30 anni fu eseguito dal Bronzino e si trova nella Galleria di Palazzo Pitti. Nel 1587 Francesco si ammalò improvvisamente, poco dopo l’arrivo del fratello Ferdinando a Firenze (futuro erede), e dopo una battuta di caccia  fatta insieme a lui, Francesco fu preso da una febbre violenta e morì poco dopo. Bianca, che anche lei si era ammalata improvvisamente, morì undici ore dopo il marito. Era inevitabile, che in questa circostanza Ferdinando fosse stato sospettato di averli avvelenati entrambi. Tutti gli storici, però, sono ora d’accordo che non ci fu avvelenamento e che Francesco e Bianca morirono per cause naturali, come risulterebbe da esami eseguiti post-mortem. Poco prima di morire Bianca aveva detto all’Arcivescovo di Firenze che l’aveva dovuta, suo malgrado, avvertire dell’avvenuta morte del marito: “Ed io farò altrettanto, questo è il mio desiderio: che io muoia con il mio signore”.

Paolo Campidori
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