IL SINDACO E’ SERVITO
Girotondo di protesta intorno al Palazzo Comunale di Firenzuola
ci tocca passare per strade
disagiate e basse
eppure anche noi
si pagano le tasse
oppure
Il Sindaco ha detto:
la metteremo in sicurezza(la strada)
noi gli rispondiamo
mettetegli una cavezza(al sindaco e agli amministratori)
L’allusione è evidente la cavezza si mette alle bestie che, in quanto bestie non conoscono la strada e non sanno neppure dove andare. Questi e altri versi sono stati scanditi nella manifestazione che, come un fulmine a ciel sereno, si è tenuta sabato 29 giugno, in occasione della apertura di una nuova ala del Museo della Pietra Serena, operazione “culturale” molto discutibile. Ritorneremo sicuramente in seguito sull’argomento. Gli organizzatori della manifestazione sono soddisfattissimi. A Firenzuola, dicono, non era mai avvenuta una manifestazione con corteo così imponente, con tanto di megafono, campanacci, fischi, slogan urlati a squarciagola contro chi dovrebbe essere dalla parte della popolazione e invece....Gli abbiamo rotto le uova nel paniere dicono soddisfatti i manifestanti. Noi del Galletto (il plurale in questo caso è appropriato poiché non solo io mi sono occupato del problema) siamo stati i primi a parlarne. Forse non sarebbe nemmeno il caso di ricordarlo, ma l’articolo con la poesia di Nedo “Un ciuco vola su Montebeni” è sulla bocca di tutti e copie dello stesso articolo sono affisse nei locali e nei bar della zona e molti, questa bella poesia di Nedo, la sanno anche declamare a memoria. Per chi non se la ricordasse la poesia iniziava così:
fa la pancia piena
Pietramala con la pietra mala
tanti l’avean piena, ora ci cala
E’ una poesia spassosissima che in maniera ironica e garbata dà dell’asino a certi amministratori e tecnici che “volano” in alto sopra la “presunta” frana di Montebeni. Nedo, si sa, è fatto così, quando si fa prendere dalla “musa” della poesia diventa incontenibile e le strofe gli vengono fuori di getto, tanto è il suo carattere esuberante e burlesco.. Ieri mi ha dettato, proprio sull’argomento della frana alcuni suoi nuovi versi:
questi falsi e bugiardi sono ancora qua
Noi che pur si capisce....restiamo fermi e muti
per il bavero presi dal Sindaco e Canuti(geologo ndr)
Ieri ci han sentiti con cartelli e parola
tanti insieme uniti in piazza a Firenzuola
abbiamo noi pensato, altro da far non resta
levar da noi le sbarre e.... al tor tagliar la testa
(Nedo Domenicali)
Nedo è come Ronaldo “quando gioca fa gol”. La poesia non ha bisogno di commento, si commenta da sola. Posso solo dire che la gente da queste parti è esasperata, non capisce o forse capisce anche troppo il perché di una decisione come quella di sbarrare una strada come quella della Futa. Ma forse non tutti sapranno che questa arteria importante è stata per così dire “declassata”: è passata cioè da statale a provinciale. Poi con la deviazione è passata nella categoria “comunale”. Ce la farà la strada della Futa a passare nella categoria di strada “vicinale”? Se continua così penso di sì. La strada alternativa è una specie di “gioco dell’oca”, una specie di “labirinto”, entro il quale districarsi è cosa veramente ardua. Arrivare a Pietramala è una specie di gioco d’azzardo con i dadi. Avanzi di due o tre caselle, anzi mi sono sbagliato, avanzi di due o trecento metri e poi c’è l’ostacolo, sei costretto a fermarti di un giro, anzi sei costretto a fermarti per incrociare un’auto che viene in senso inverso. Una soluzione del genere poteva andar bene nel medioevo quando si viaggiava a dorso di asini, muli e cavalli. Ma come è possibile pensare una cosa così, oggi, che siamo nel terzo millennio? Gli abitanti di Covigliaio, che ho incontrato domenica sera presso il bar erano a dir poco “incazzatissimi”, donne comprese. Alcuni di loro, che fanno gli scavatori di professione, mi dicevano che per risolvere il problema della “fantomatica” frana, basterebbero due persone, con ruspe adeguate, che partendo dall’alto con il sistema del “terrazzamento” e venendo giù verso il basso, risolverebbero il problema in quindici o al massimo venti giorni. Bisogna aggiungere che su questi terrazzamenti andrebbero piantati degli alberi per “fermare” il lavoro. Gli abitanti del luogo sono anche contrarissimi, alla ventilata proposta di investire circa 155.000 ero per allargare quella specie di strada o “gioco dell’oca” che dir si voglia. Se i soldi ci sono perché non si interviene subito per realizzare questo terrazzamento?
La poesia di Nedo “il ciuco che vola” termina così
vedere se crolla il monte...e cambia faccia,
ma se aspetti che scenda giù da solo
forse si vede prima un ciuco in volo.
Quindi finiamo con queste scemenze
apriam la strada per andà a Firenze.
Paolo Campidori
(Copyright P. Campidori)