SPUGNOLE: “La chiesa meriterebbe d’essere con gran premura risarcita”

Un documento del 1067 ci dice che a Spugnole in quel preciso momento in cui è stato redatto un atto di donazione, sulla vetta del colle esisteva un castello nunito di torre (torrione o mastio), una corte e una chiesa, forse costruita nei primi ammi del 1000, che si chiama Santa Maria e sitrova proprio all’interno della cinta muraria del castello. Questa chiesa però viene identificata  con altri due nomi e cioè San Niccolò e San Bartolomeo, che si riferiscono a due chiese antiche soppresse o distrutte, le cui parrocchie o le cui antiche giurisdizioni sono state “assorbite” dalla chiesa di Santa Maria. Questo lo deduciamo da quanto riportato dal documento, esso infatti dice che viene donata una porzione di corte, castello, et ecclesia, al singolare, e non ecclesiae al plurale. In un documento successivo del 1269 ci dice che i Ghibellini danneggiarono o distrussero nel castello di Spugnole “partem contingentem” a Malvicini e altre famiglie, fra le quali un Ghino da Coldaia, al quale apparteneva una torre confinante con la ripa e col  muro del castello. Questo documento successivo ci fa capire che almeno due secoli dopo, nel castello abitavano delle famiglie, fra le quali quella di Ghino da Coldaia che erano tra l’altro proprietari di casa e di una torre confinante con le mura del castello. Abbiamo visto che Spugnole, almeno verso la metà del sec. XIII è un borgo fortificato costituito da case, torri, un castello e una corte oltre a una chiesa inglobata entro le mura del castello chiamata Chiesa di Santa Maria. Questa chiesa come la vediamo oggi è una chiesa in stile romanico, costruita in bozze dette a “filaretto”, con un abside semicircolare, orientata secondo gli antichi canoni in direzione E-W, con l’asse un po’ spostato a Nord. All’interno la Chiesa si presenta ad aula con due piccole cappelle laterali e il soffitto a capriate. La chiesa orginariamente doveva essere dotata di una cripta. Questo lo lascerebbe dedurre una porticina murata e scoperta durante i lavori eseguiti nel 1980, che probabilmente conduceva tramite una scaletta alla cripta. Ma veniamo agli altri nomi dei titolari della chiesa. Il primo è San Niccolò, il secondo San Bartolomeo. Riguardo al primo abbiamo due testimonianze: la prima è del Brocchi  che aveva visto i resti di quella chiesa verso la metà del 1700. Egli dice in proposito: “ Vi è inoltre in questa medesima cura l’antica chiesa parrocchiale di San Niccolò (in oggi annessa alla suddetta chiesa di Spugnole) la quale è fabbricata secondo l’uso della primitiva Cristianità, colle sue divisioni per catecumeni, e per i penitenti, e colla chiesa sotterranea, detta Confessione, si può dire piccola Basilica, in gran parte rovinata, vi si vedono nondimeno, le vestigia di tutte le sopradette divisioni; siccome pure i segni della separazione, con cui stavano in essa gli uomini dalle donne, onde meriterebbe d’esser con gran premura risarcita, per conservare la memoria di un’antichità così venerabile, di cui non ho veduto la compagna in questi  nostri paesi (Brocchi p. 172). Il Niccolai invece dice in proposito: “Delle due chiese vecchie, l’una dedicata a Santa Maria, l’altra a San Niccolò, fabbricata quest’ultima secondo l’uso liturgico del V secolo con la confessione sotterranea e la divisione fra catecumeni e penitenti, l’attuale sembra ricostruita sui fondamenti della prima (Niccolai p. 296). La testimonianza del Brocchi taglierebbe la testa al toro e indicherebbe senza ombra di dubbio che la chiesa di San Niccolò fosse una chiesa diversa da Santa Maria e che si trovava nelle vicinanze. Io, sinceramente non riesco a capire come il Niccolai, pur valente studioso e ricercatore del Mugello degli inizi sec XX abbia potuto mettere in dubbio una testimonianza così influente come quella del Brocchi. Inoltre il Brochi ci da dei particolari talmente chiari circa le sue caratteristiche che dobbiamo per forza  ipotizzazzare che lui le vestigia di questa antica chiesa le ha vedute e toccate con mano. Anzi egli aggiunge, che visto il processo di degrado, e l’enorme importanza della stessa , che essa meriterebbe di essere risarcita (restaurata) con gran premura. Quindi l’ipotesi del Niccolai che vorrebbe l’attuale chiesa di Santa Maria costruita sui resti più antichi di San Niccolò è del tutto infondata. Un enigma invece resta. Di questa chiesa descritta così accuratamente dal Brocchi, a distanza di due secoli e mezzo non resta pèiù niente, addirittura non sappiamo neppure la località dove essa esistesse. Il Brocchi aggiunge: una chiesa di un’antichità così venerabile non ho veduto in questi nostri paesi. L’altro titolare della chiesa, San Bartolomeo, testimonierebbe l’esistenza di una fondazione monastica, probabilmente sorta nelle vicinanze del castello. Alcuni documenti conservati nel fondo Diplomatico Cistercensi affermano: “San Bartolomeo a Spugnole chiesa l’anno 1066 da Rolando f. del fu Azzo a Ghisla fu Rodolfo sua madre, la detta Ghisla lo stesso anno la donò al Monastero di San Pier Maggiore”. Nel 1274 sono affermate le due rettorie di santa Maria e San Niccolò a Spugnole, la prima tassata per tre libbre e l’altra tre libbre e dieci soldi (Chiesa Fiorentina). Ma altri enigmi da svelare riguardano ancora la chiesa di San Niccolò. Si tratta di una importantissima tavola ragffigurante la Madonna col Bambino della quale il Brocchi dice: “Nella prefata chiesa di Santa Maria a Spugnole vi si conserva un’antica miracolosa immagine di Maria Vergine sotto la quale si legge la seguente iscrizione in carattere gotico, o sia Longobardo, corrosa in alcuni luoghi dal tempo: IDIO ABBIA L’ANIMA DI BERNARDO DI SALVESTRO CHE FECE FARE QUESTA TAVOLA PER RIMEDIO DELL’ANIMA SUA AN MCCC...XXXII. Ci sono almeno tre possibilità per datare quest’opera d’arte, il numero mancante potrebbe essere un X, un L o addirittura un C (rispettivamente 10, 50, o 100 in numeri romani), cosa che daterebbe questa tavola agli anni 1343, 1383 o addirittura al 1423. Secondo il Repetti questa tavola daterebbe la metà del sec. XIV e proverrebbe dalla chiesa di San Niccolò a Spugnole. Ma la cosa appare un po’ fantasiosa, poichè come abbiamo visto la chiesa non doveva più esistere come tale già ai primi anni del 1000, secondo un documento, mentre secondo un altro documento riportato su Chiesa Fiorentina la chiesa esisteva ancora nel 1274, dopodichè non abbiamo più alcuna notizia. Ora se il dipinto in oggetto risale almeno alla metà del sec. XIV, è improbabile che sia andato a abbellire una chiesa decadente o addirittura in rovina. Un altro engma che riguarda questa tavola è che essa non è sparita da secoli, ma di essa se ne perde ogni traccia verso l’anno 1950, in occasione dei restauri della chiesa. Alcuni ex parrocchiani addirittura se la ricordano. Era una tavola di circa cm. 60x80. Dove è andata a finire dunque questa bellissima tavola? E come il sacerdote che si occupò dei lavori di restauro della chiesa nel 1950 potè far fronte alle spese, visto che la chiesa e la parrocchia erano molto povere? Questi enigmi attendono ancora una risposta.

Paolo Campidori
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