MA COSA STA SUCCEDENDO A FIRENZUOLA?

Una pubblicità che ci sta ora martellando le nostre teste in televisione è quella relativa a una catena di negozi, una pubblicità, devo dire, tutto sommato, che è fatta molto bene, il suo scopo imbonitorio mi sembra che l’abbia raggiunto molto bene. Non posso fare il nome, ma in questi passaggi pubblicitari si vede un signore di una certa età, scoppoletta in capo, che descrive questi magazzini come una specie di Bengodi. Andare a questi magazzini per credere: montagne trasparenti, giocattoli che parlano, ecc. ecc. Mi viene da collegare il fatto con Firenzuola. Ma cosa sta succedendo a Firenzuola? Se le montagne fossero trasparenti, si vedrebbe che sono tutte bucherellate come un formaggio svizzero. E poi sorgenti  e fiumi che si trasferiscono in galleria, frane che non franano, ciuchi che volano, uomini falco che volano sempre più in alto, mega-discariche in uno dei più stupendi paesaggi dell’Appennino, montagne care a poeti e grandi pittori che si sbriciolano sotto i colpi di martelli pneumatici, cortei di protesta, girotondi intorno al Palazzo Comunale, strade statali che diventano “carreteras mejijanas”, bretelline contestate. Non c’è che dire: l’Anministrazione Comunale di Firenzuola e il suo Sindaco sono proprio nell’occhio del ciclone. Mi viene in mente il grande comico toscano Benigni. Se capitasse lui a Firenzuola, sicuramente si metterebbe a urlare: “Icché succede? O icché succede a Firenzuola? Davvero questo posto non si riconosce più. Ma siamo davvero nel paese del Bengodi? Mi sembra che si stia facendo una politica contradittoria, da una parte il “progresso”,  che, proprio perché tale, infierisce e vibra dei colpi mortali alla natura e al paesaggio, dall’altra si cerca di fare una politica di conservazione, che si traduce nel creare alcuni musei. Ma è sufficiente “museizzare”? Penso proprio di no. Firenzuola, insieme a Palazzuolo e Marradi ha, per sempio, un patrimonio unico al mondo di case coloniche fabbricate in pietre squadrate, la famosa pietra serena, e con i tetti in lastre di arenaria. Un vero patrimonio che andrebbe difeso a costo della vita. E’ inutile che si crei un museo della Casa Contadina, quando poi si lasciano andar giù decine e decine di queste stupende case coloniche, vanto e gloria del paesaggio alto mugellano. Invece, si assiste purtroppo alla scena pietosa di queste case, alle quali, nell’ipotesi migliore, viene sostituito il tetto in lastre con un tetto in laterizio, cosa che veramente è un pugno in faccia, tirato con violenza. Ma altra violenza si fa al paesaggio. Non bastava la TAV a bucherellare le montagne, si doveva anche, in uno dei più bei paesaggi della Toscana, ospitare anche una mega discarica, dentro la quale, vengono a depositare le loro “sporcizie”, se non erro, perfino da altre regioni d’Italia. Tempo fa ho assistito a un corteo di protesta contro questa discarica. C’erano alcuni trattori con dei carri allestiti con rifiuti, cartelloni e  striscioni di protesta, mi sembra fosse in occasione di una Festa del Marrone a Firenzuola. Lo scopo era quello di sensibilizzare la popolazione su questi problemi, che non sono da poco. Ma la popolazione di Firenzuola si è resa conto di ciò che sta succedendo? O bisogna far venire Benigni a urlare dall’alto dei monti che sovrastano Firenzuola: “Icché succede, o icché succede a Firenzuola?”. Concludo dicendo che questi posti, per la loro unicità, per la loro incomparabile bellezza, andavano tutelati da Comuni, Provincie, Regioni e Stato. Ma non basta. Sarebbe dovuto intervenire anche l’UNESCO, come è successo per i Sassi di Matera e altri posti che forse non valevano tanto quanto il territorio alto mugellano. Non sono contro il progresso, so benissimo, come diceva il grande artista Adriano Cecioni, il “progreesso non viene certo per accomodare, ma per cambiare e distruggere”. Io non sono pessimista come lui, io ritengo che il progresso sia necessario, il mondo va avanti, deve progredire. Ma c’è progresso e progresso. E poi, come dice Fabrizio del Noce, Direttore di Raiuno: “lo sviluppo è sostenibile fino a un certo punto”. Infine mi vengono in mente altre frasi, una di queste dice: “Le risorse della montagna hanno una loro specificità, un valore strategico, perché sono valori unici”, oppure: “Le risorse naturali, la qualità della vita, la coesione sociale sono materie prime di prim’ordine per costruire lo sviluppo”. Parole di Renzo Mascherini che le ha scritte  sulla Rivista Montagna Oggi.

Paolo Campidori
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