VISIGNANO: UN TABERNACOLO RITROVATO 

Non è cosa da tutti i giorni ritrovare un tabernacolo. Ancora più difficile è ritrovare un tabernacolo che era completamente sotterrato. Poi dovrei aggiungere che ancora più difficile è il caso che capiti a me di ritrovare qualcosa, io, che non sono per niente un osservatore. Questo fatto però che sto per raccontarvi, penso sia dovuto al caso, o, meglio ancora, sia stata la Madonnina del Piratello, che era sotto una ventina di centimetri di terra e che aveva voglia di riemergere alla luce del sole, per dire a noi umani svagati e pensierosi:  “pensate un po’ anche a me, invece di dimenticarmi e lasciarmi a marcire sotto la terra”. Questo mi capitò un giorno che mi recai a Visignano, sempre in cerca di qualcosa di nuovo da scoprire. E quel giorno lo trovai e fui  molto felice. Camminavo a piedi sulla stradina sterrata che da un  ponticino sale al borgo di Visignano. A un certo punto mi imbattei, presso il ciglio della strada, in un qualcosa,  per l’esattezza, una zolla erbosa, che versava acqua. Mi stupii di questo fatto poiché non pioveva ormai da diversi giorni e in quel periodo c’era sole e terra secca. Pensai, di primo acchito, che quella fosse una delle tanti piccole sorgenti che scaturiscono nel suolo nei luoghi più impensati. D’istinto, anche perché avevo un po’ di sete, misi la mano su questa terra umida per saggiarne la consistenza. Subito scaturì un rivolo più copioso e fresco che subito mi fece pensare a una fonte in disuso, anche perché, in passato,  lungo le strade polverose di campagna, si trovavano tante piccole fontanelle con i relativi lavatoi, sia per attingere l’acqua fresca da bere, sia per far abbeverare le bestie. In effetti, più scavavo, e più venivano alla luce dei pezzettini di mattoni rossi e piccoli pezzi di coccio  Scavando ancora ebbi la fortuna di imbattermi in quella che una volta era stata una fontanella e, adesso, era del tutto celata. Probabilmente al tempo dei miei zii e genitori questa fonticina era ancora in funzione e, probabilmente, molti del posto, tra i più vecchi, ancora oggi si ricorderanno di essa. Continuando ancora a levare terra e sassolini a un certo punto ebbi la fortuna, ma che dico, la bella sorpresa di imbattermi in una bella Madonnina che la devozione popolare aveva perduto. Si trattava di una bella copia della Madonna del Piratello  che io con religioso rispetto cominciai a pulire con l’acqua che sgorgava dalla terra e,tirando fuori dalla mia tasca un fazzoletto, tolsi tutte quelle impurità che la occultavano . Era proprio una bella Madonnina, un po’ sciupata, ma dai colori ancora sgargianti: giallo, turchese, amaranto. Sia la Madonna che il Bambino avevano due belle corone color oro. Le figure si trovavano entro una nicchia sempre di ceramica. Quello che mi sembrò ancora più sorprendente fu il fatto che alla base del tabernacoletto della Madonna del Piratello, una volta tanto venerata dalle popolazioni di questi luoghi, ho ritrovato pure un vasetto di rame che conteneva alcuni fiori finti. Questo significa che il tutto era stato sotterrato e occultato alla vista in occasioni di lavori di manutenzione o di allargamento della strada, senza poi preoccuparsi minimamente di ridare una sistemazione conveniente al tabernacoletto.  L’immagine della Madonna del Piratello è una delle immagini più venerate su queste montagne della Romagna Toscana, insieme a quella della Vergine di Boccadirio. Se andate da quelle parti non vi sarà difficile imbattervi in una di queste immagini, che una volta erano tanto venerate dalla religiosità popolare.

Paolo Campidori
(Copyright P. Campidori)